Il virus killer che scioglie le stelle marine: una mutazione che non lascia speranza
È passato un anno e mezzo da quando, nel giugno del 2013, furono avvistaste alcune stelle marine praticamente sciolte sui fondali della costa ovest del nord America. Da allora il numero delle vittime è cresciuto esponenzialmente tanto che si conta siano milioni le stelle marine morte.
Una strage inaspettata
Prima compare una piccola lesione biancastra, che in breve tempo si estende colpendo tutti gli arti che finiscono per liquefarsi al punto da ridurre la stella marina ad una massa informe a metà strada tra lo stato liquido e quello solido. Questo è il destino delle Asteroidee che si trovano nei mari della California e che, dopo un anno e mezzo, hanno finalmente il nome del responsabile di tanta sofferenza. Si tratta di un Densovirus, individuato dagli scienziati della Cornell University, in grado di infettare crostacei, insetti e i ricci di mare, in parte.
[Foto da Alain Feulvarch]
Una malattia devastante… anche per l'ambiente
Il nome della malattia è SSWD, Sea Star Wasting Disease, ed ha colpito già 20 specie di stelle marine presenti nelle acque che bagnano uno degli stati più visitati degli USA. Purtroppo attualmente non si conoscono le cause del contagio, né è chiaro come fermare questa malattia che, di riflesso, potrebbe creare grossi danni all'ecosistema della zona. Le stelle marine infatti, per quanto spesso considerate innocue forse per il loro aspetto esteriore, sono predatori molto attivi. In loro assenza, il numero di molluschi, loro cibo preferito, finirebbe per crescere riducendo la quantità di alghe e anemoni in quel tratto di mare. Insomma, un susseguirsi di cambiamenti ambientali che potrebbero rivelarsi devastanti.
Per colpa di chi?
Il responsabile di questa situazione è proprio il Densovirus, isolato grazie ad alcuni test accurati effettuati sulle stelle marine. Confrontando quelle affette dalla malattia e quelle sane, gli scienziati hanno riscontrato una maggior presenza del virus nelle prime. A quelle sane è stato a quel punto iniettato il virus e, dopo 10-17 giorni, hanno sviluppato gli stessi sintomi di quelle già malate. Ora che si conosce il nemico da combattere, gli studiosi sono all'opera per comprendere come reagire. Quel che è certo è che il virus è presente in 5 annate di stelle marine tra quelle analizzate dal 1923 al 2010, ma mai si era espresso in maniera così sconvolgente. Tra gli elementi che si pensa possano aver attivato l'agente patogeno, si elencano cambiamenti climatici, sovrabbondanza di stelle marine o una mutazione dello stesso virus.