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Covid 19

Il vaccino anti COVID fa crollare i casi tra i giovani israeliani: -60% nei ventenni

La campagna vaccinale contro il coronavirus SARS-CoV-2 procede speditamente in Israele e si inizia a registrare un calo significativo di casi positivi anche tra gli adolescenti e i giovani adulti. In base ai dati diffusi dal dottor Eran Segal dell’Istituto Weizmann, dopo la prima dose di vaccino si è osservato un calo fino al 63 percento tra i ventenni e al 35 percento tra i 15enni.
A cura di Andrea Centini
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Dalla campagna vaccinale contro il coronavirus SARS-CoV-2 condotta in Israele continuano ad arrivare ottime notizie. È stato infatti osservato un calo significativo dei casi positivi nelle fasce d'età che comprendono adolescenti e giovani adulti. Il crollo maggiore, tra il 58 e il 63 percento, si è verificato nei ragazzi tra i 16-18 anni e i 19-21 anni che hanno ricevuto la prima dose. Netto calo anche tra le fasce d'età 13-15 anni e 22-24 anni, dove gli epidemiologi hanno osservato una diminuzione del tasso di positività compreso tra il 35 e il 39 percento. Le vaccinazioni tra i 16 e i 18 anni sono partite a metà gennaio del 2021, mentre l'esercito israeliano sta vaccinando reclute e soldati tra i 19 e i 21 anni.

A comunicare i nuovi dati relativi ai progressi della campagna vaccinale è stato il dottor Eran Segal, ricercatore presso l'Istituto Weizmann per le Scienze dell'Università di Rehovot, uno degli atenei più prestigiosi del Paese mediorientale. Segal, che ha pubblicato alcuni post su Twitter con i grafici, si occupa di Microbioma, Genetica, Nutrizione e Apprendimento automatico (Machine Learning). Le curve epidemiologiche mostrate dallo scienziato si inseriscono perfettamente nel quadro del velocissimo programma di vaccinazione in atto in Israele. Si tratta infatti del Paese in cui le somministrazioni stanno avvenendo più rapidamente in assoluto, grazie a uno specifico accordo stretto tra il governo e il colosso farmaceutico americano Pfizer.

L'unico vaccino attualmente somministrato in Israele è proprio il tozinameran/BNT162b2, una preparazione a mRNA messa a punto dagli scienziati della Pfizer in collaborazione con i colleghi della società di biotecnologie tedesca BioNTech. L'accordo prevede la costante divulgazione dei dati relativi alla campagna vaccinale, dalla quale traggono beneficio sia Israele che la casa farmaceutica. Il Paese ha infatti confini rigidamente controllati e la popolazione non è troppo numerosa (poco meno di 9 milioni di abitanti), pertanto è possibile osservare rapidamente e facilmente gli effetti protettivi del vaccino.

Come recentemente comunicato dal Ministero della Salute, dal Maccabi Health Services e da altri enti sanitari, l'efficacia del vaccino che si sta riscontrando è paragonabile a quella osservata nella sperimentazione clinica. Su 163mila israeliani che hanno ricevuto la seconda dose, solo in 31 sono risultati contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2. In base a un altro set di dati, a una settimana dalla seconda dose sono risultate positive al tampone oro-rinofaringeo soltanto 317 persone su 715.425; ciò equivale a un tasso di infezione dello 0,044 percento. Fra i 317 positivi, solo in 16 hanno avuto bisogno di un ricovero in ospedale.

La campagna vaccinale tra i giovani israeliani procede comunque più lentamente rispetto ad altre fasce di età. Per invogliare i giovani, il Ministero della Salute sta organizzando le somministrazioni anche all'interno di bar opportunamente attrezzati, dove i ragazzi che si sottopongono alle iniezioni ricevono un drink (rigorosamente analcolico) gratuito. Per molti si è trattato del primo ritorno in un bar dall'inizio della pandemia di COVID-19.

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