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Il trucco per vincere alla morra cinese? Lo svelano gli scienziati

Quale sequenza è preferibile scegliere? E come si possono prevedere le mosse altrui? Domande a cui hanno cercato una risposta alcuni professori dell’università cinese.
A cura di Nadia Vitali
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Giocatori di morra a Roma, in un dipinto di Aleksander Gierymski del 1874, custodito presso il Museo Nazionale di Varsavia
Giocatori di morra a Roma, in un dipinto di Aleksander Gierymski del 1874, custodito presso il Museo Nazionale di Varsavia

Quante probabilità avete di vincere giocando alla morra cinese, scegliendo una tra le opzioni sasso-carta-forbici? Facile: una su tre, almeno tecnicamente. Ma, come è facile intuire, il freddo calcolo non può applicarsi perfettamente alla mente delle persone che ricorrono, senza rendersene conto, a precisi modelli nell'operare le proprie scelte: ecco perché, secondo alcuni scienziati, non è affatto impossibile imparare conoscere le "intenzioni" del nostro avversario, anticipandone così le mosse e vincendo un numero di partite superiore a quello che consentirebbero le probabilità.

Teoria dei giochi ed equilibrio di Nash

Una vera e propria strategia che è stata osservata e svelata attraverso un enorme torneo di sasso-carta-forbici organizzato da Zhijian Wang, Bin Xu e Hai-Jun Zhou della Zhejiang University cinese, i cui risultati sono stati resi noti attraverso un paper. Gli scienziati hanno reclutato 360 studenti, divisi in gruppi di sei: ciascun giocatore ha giocato circa 300 round di morra cinese contro un membro della propria squadra, incentivato dal premio in denaro che veniva elargito proporzionalmente alle vittorie ottenute. La teoria classica del gioco suggerisce, per conseguire maggiori successi, di variare il più possibile la scelta tra sasso, carta e forbici, selezionando uno dei tre elementi sulla base delle medesime probabilità per ogni round. Si intuisce facilmente, infatti, come questa strategia costituisca il modo migliore per non essere anticipato dal proprio avversario, secondo un modello che si rifà al principio di equilibrio di Nash applicato ai giochi non cooperativi (dal nome del celebre matematico John Forbes Nash), nel quale nessuno tra i due contendenti ha interesse ad essere il solo a cambiare metodo.

Le forbici battono la carta, la carta batte il sasso, il sasso batte le forbici: le regole di un gioco antichissimo. (via Wikipedia)
Le forbici battono la carta, la carta batte il sasso, il sasso batte le forbici: le regole di un gioco antichissimo. (via Wikipedia)

Una strategia nascosta

In effetti, il mega-torneo cinese avrebbe dimostrato come nelle azioni di ciascun gruppo prevalesse una scelta secondo questo criterio: ciascun elemento è stato selezionato circa un terzo delle volte, esattamente come dovrebbe accadere procedendo in maniera del tutto casuale. Eppure, ad un'osservazione più vicina, gli scienziati hanno notato un fatto sorprendente che costituisce un modello di comportamento radicato, tale da far dubitare della assoluta arbitrarietà nel decidere tra sasso, carta e forbici. Quando un giocatore prevale in un round, infatti, mostrerebbe la tendenza a replicare l'oggetto con il quale ha appena vinto, con una frequenza troppo alta perché possa definirsi frutto del caso. Coloro i quali hanno perso tendono, invece, a mutare azioni e, nel farlo, seguirebbero l'ordine che si evince dal nome del gioco, ossia prima sasso, poi carta e infine forbici. Per intenderci, dopo aver perso con l'opzione "carta", il giocatore procederebbe quasi automaticamente mettendo giù delle "forbici", anziché scegliere a caso tra ripetere con la "carta" o lanciare un "sasso".

Questa strategia di "cambiare quando si perde" e "restare quando si vince" è un tipo di risposta noto nella teoria dei giochi e, secondo i ricercatori, potrebbe costituire un modello di agire molto radicato all'interno della mente umana, valido per numerosi altri contesti e situazioni. La possibilità di anticipare l'avversario secondo tale strategia, potrebbe offrire migliori risultati finali al giocatore che ne è a conoscenza. Gli scienziati auspicano adesso di proseguire i propri studi su questa linea, svelando magari i processi psicologici che sottostanno a scelte apparentemente irrazionali che caratterizzano individui che si trovano in competizione: hanno infatti sottolineato come, benché si tratti di un semplice gioco, la morra cinese potrebbe rivelare molto sul comportamento degli uomini anche in contesti ben più seri, come quello della finanza. Chissà se basterà questo a salvare Wang e colleghi dal conquistare il prossimo Ig-Nobel per la probabilità.

[immagine principale: Wikipedia]

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