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Il troppo lavoro uccide: chi supera le 55 ore a settimana rischia di più ictus e cardiopatie fatali

A causa del troppo lavoro ogni anno perdono la vita centinaia di migliaia di persone. Lo stress legato all’impegno eccessivo provoca infatti cardiopatie ischemiche e ictus fatali. Nel 2016 hanno perso l vita oltre 745mila persone per questo motivo. In più del 70 percento dei casi a morire sono uomini: lo dimostra un nuovo studio dell’OMS e dell’ILO.
A cura di Andrea Centini
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Lavorare troppo a lungo durante la settimana uccide. Per coloro che raggiungono e superano le 55 ore di lavoro in sette giorni, infatti, aumenta in modo significativo il rischio di morire per un ictus o per cardiopatia ischemica rispetto a chi lavora per le “tradizionali” 35 – 40 ore. Lo dimostrano i dati drammatici di un nuovo studio guidato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), in base al quale solo nel 2016 sono stati più di 745mila i decessi causati dall'eccessivo lavoro: 398mila per ictus e 347mila per malattie cardiache. Ad essere particolarmente colpiti gli uomini (72 percento dei decessi) e in generale le persone più anziane e fragili, che negli anni precedenti avevano lavorato con orari particolarmente pesanti.

Lo studio è stato condotto da un team di ricerca coordinato dal Dipartimento per l'ambiente, i cambiamenti climatici e la salute dell'OMS e della sezione Ispezione sicurezza e salute sul lavoro dell'ILO, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'INSERM di Parigi, della Facoltà di Medicina e Salute dell'Università di Sydney, dell'Eurostat della Commissione europea, dell'Università della California e di numerosi altri istituti sparsi per il mondo. Uno dei dati più significativi emersi dall'indagine risulta essere l'impennata dei decessi per “super lavoro” tra il 2000 e il 2016: in soli 16 anni è infatti aumentato del 42 percento il numero di persone morte per malattie cardiache a causa del lavoro per 55 o più ore a settimana, mentre quelle decedute per ictus sono aumentate del 19 percento. Complessivamente, il numero di morti da super lavoro è aumentato del 29 percento tra il 2000 e il 2016.

“Nessun lavoro vale il rischio di ictus o malattie cardiache. Governi, datori di lavoro e lavoratori devono collaborare insieme per concordare i limiti per proteggere la salute dei lavoratori”, ha dichiarato in un comunicato stampa il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Lavorare 55 ore o più a settimana è un grave rischio per la salute”, gli ha fatto eco la dottoressa Maria Neira, direttrice del Dipartimento per l'ambiente, i cambiamenti climatici e la salute dell'OMS. “È ora che tutti noi, governi, datori di lavoro e dipendenti ci rendiamo conto che orari di lavoro prolungati possono portare a una morte prematura”, ha aggiunto la scienziata. Dall'analisi statistica dei dati è stato determinato che lavorare 55 o più ore settimanali è associato a un rischio di morte per ictus superiore del 35 percento e a un rischio di morte per cardiopatia ischemica superiore del 17 percento. Al momento il 9 percento dei lavoratori nel mondo ha orari di lavoro settimanali pari o superiori alle 55 ore.

Come indicato, gli uomini pagano il prezzo più alto a causa del super lavoro: 3 morti su 4 sono infatti maschi. La maggior parte dei decessi si verifica nella fascia di età 60 – 79 anni, tra chi aveva lavorato per 55 o più ore a settimana tra i 45 e i 74 anni. Le popolazioni più colpite sono quelle del Pacifico occidentale e del Sud Est Asiatico. I ricercatori dell'OMS e dell'ILO sono particolarmente preoccupati per l'impatto della pandemia di COVID-19, che ha fatto aumentare in modo significativo il numero di ore trascorse a lavorare, soprattutto per chi opera in smart working. Chi lavora da casa, infatti, mediamente ogni giorno passa più ore davanti al PC rispetto a quelle che avrebbe trascorso in ufficio, inoltre molte società a causa dei problemi economici sono state costrette a tagliare il personale, aumentando gli impegni per i dipendenti rimasti a busta paga.

Secondo l'OMS lo stress psicologico legato alle troppe ore di lavoro può gravare sul sistema cardiovascolare provocando danni tissutali in grado di sfociare in ictus e malattie cardiache, inoltre molti lavoratori rispondono allo stress col vizio del fumo e dell'alcol, cattiva alimentazione, inattività fisica, disturbi del sanno e numerosi altri fattori di rischio per la salute del cuore e dei vasi. I dettagli della ricerca “Global, regional, and national burdens of ischemic heart disease and stroke attributable to exposure to long working hours for 194 countries, 2000–2016: A systematic analysis from the WHO/ILO Joint Estimates of the Work-related Burden of Disease and Injury” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Environment International.

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