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Il taccuino di Turing è stato venduto all’asta

Venduto per una cifra superiore al milione di dollari a New York.
A cura di Nadia Vitali
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Un quadernetto recante ancora la copertina originale in tela, con 56 pagine di fitti appunti matematici al suo interno: così si presenta il taccuino del "padre della scienza informatica e dell'intelligenza artificiale" venduto qualche giorno fa nel corso di un'asta che si è tenuta a New York.

Prove di intelligenza artificiale

Battuto all'asta per oltre un milione di dollari da un compratore che ci ha tenuto a restare anonimo, costituisce il primo manoscritto del matematico britannico ad essere acquistato in queste modalità da un privato. E pare che il fatto che sia finito oltreoceano non sia risultato particolarmente gradito ai sudditi di Sua Maestà: pare infatti che il testo contenga i primi tentativi di mettere a punto un linguaggio universale che avrebbe successivamente portato a quello dei nostri computer. Insomma, si tratterebbe di un documento preziosissimo non soltanto per gli appassionati di informatica ma, oggi come oggi, per la stessa storia della civiltà: e, secondo alcuni, sarebbe stato lecito che restasse a casa sua, sull'isola britannica, magari acquistato dal governo britannico.

La copertina del taccuino
La copertina del taccuino

L'eredità di Turing

Il quaderno contiene appunti autografi di Turing redatti durante i suoi mesi passati a Bletchey Park, il campus nel Buckinghamshire nel quale il Ministero della Guerra aveva riunito le più alte intelligenze del Regno Unito nel 1943 per trovare la strada di decifrazione dei codici utilizzati dall'esercito tedesco. L'operazione, come sappiamo, riuscì e la macchina messa a punto da Turing e dalla sua squadra iniziò a lavorare per conoscere in anticipo le mosse del nemico. Neanche dieci anni dopo la vittoria della seconda guerra mondiale sul matematico cadeva la condanna per omosessualità e l'umiliazione della castrazione chimica: nel 1954 Alan Turing si suicidò ingerendo una mela avvelenata.

Un suo amico e studente, Robin Gandy, fu designato dallo stesso Turing come erede dei suoi libri: nel 1977 Gandy donò l'intera raccolta alla biblioteca del King's College di Cambridge. Il taccuino, però, lo tenne per sé poiché ne aveva usato alcune pagine lasciate in bianco per annotarci i propri sogni. Gandy è morto nel 1995 e, nel frattempo, il mito di Turing ha continuato ad espandersi: fino a portare un suo manoscritto ad essere venduto per una cifra vertiginosa.

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