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Il satellite che misura l’inquinamento è in orbita: Sentil 5P ci dirà che aria respiriamo

Il satellite Sentinel 5P dell’ESA è stato lanciato in orbita, dove da un’altezza di 825 chilometri monitorerà le concentrazione di sostanze inquinanti nell’atmosfera, come ozono, metano e monossido di carbonio. Il satellite equipaggia pannelli solari costruiti in Italia.
A cura di Andrea Centini
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Il primo satellite al mondo progettato per monitorare la qualità dell'aria, il Sentinel 5P dell'Agenzia Spaziale Europea, è stato lanciato in orbita. Il dispositivo, decollato dal cosmodromo di Plesetsk (Russia) a bordo di un vecchio razzo Rockot, sviluppato circa 40 anni fa per scopi militari e oggi riconvertito per le missioni spaziali, è incluso nel programma Copernicus dell'ESA e della Commissione europea. È il quinto della serie Sentinel e ha come come virtuoso obbiettivo quello di misurare i livelli di inquinanti più comuni presenti nell'atmosfera. Il suo ‘naso', in realtà uno spettrometro di progettazione olandese chiamato Tropomi (Tropospheric Monitoring Instrument) che si basa sulla riflessione della luce, riesce a individuare le concentrazioni di metano, ozono, biossido di azoto, monossido di carbonio e altri composti.

Il Sentinel 5P riesce a coprire un'area vasta ben 2.600 chilometri con una risoluzione di 7 chilometri per 7,5, ciò significa che potrà fornire con estrema precisione i parametri sulla ‘cappa di inquinanti' sopra alle singole città messe nel mirino di Tropomi, l'unico strumento a bordo del satellite. Per entrare a regime saranno necessari sei mesi di test col sensore, che verrà esposto soltanto tra qualche settimana. Al momento il satellite ha già inviato i primi segnali di funzionamento alla base operativa di Kiruna, in Svezia, che assieme a quella norvegese delle isole Svalbard e a quella canadese di Inuvik catturerà costantemente i suoi dati. Il centro operativo della missione è invece in Olanda, a Noordwijk, dove risiede il Centro per la scienza e la tecnologia dell'ESA.

La missione Sentinel 5P costerà in tutto 240 milioni di Euro ed è stata messa a punto grazie alla collaborazione di tutti i paesi europei dell'ESA; l'Italia ha realizzato i pannelli solari del satellite (già dispiegatisi correttamente) e fornito assistenza ingegneristica attraverso le aziende Leonardo e Telespazio. Il dispositivo sarà in grado di monitorare anche l'eventuale presenza di ceneri legate a eruzioni vulcaniche e l'evoluzione degli incendi; i suoi dati saranno messi a disposizione dei ricercatori e delle autorità politiche.

[Credit: ESA]

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