Il rischio di contagio Covid quando si toccano superfici contaminate è di 1 su 10mila
Nonostante più ricerche abbiano osservato che il coronavirus Sars-Cov-2 può sopravvivere sulle diverse superfici anche per giorni o settimane, le prove scientifiche che si sono accumulate in questi mesi hanno indicato che la maggior parte dei contagi avviene attraverso l’esposizione a goccioline respiratorie che trasportano particelle virali. A evidenziarlo è un nuovo report dei Centers for Disease and Control Prevention (CDC) degli Stati Uniti che hanno fatto il punto sulle conoscenze attualmente disponibili, sottolineando che la trasmissione attraverso il contatto con una superficie contaminata è molto rara.
Un contagio ogni 10mila contatti con superfici
I CDC avevano da tempo chiarito che contrarre l’infezione toccando oggetti contaminati (fomiti) è altamente improbabile ma in questa specifica analisi hanno stimato la probabilità di contagio. “Sono stati condotti studi quantitativi di valutazione del rischio microbico (QMRA) per comprendere e caratterizzare il rischio relativo di trasmissione da fomiti di Sars-Cov-2 e valutare la necessità e l’efficacia delle misure di prevenzione – premette l’Ente federale nel report – . I risultati di questi studi suggeriscono che il rischio di infezione da Sars-Cov-2 attraverso la via di trasmissione dei fomiti è basso e generalmente inferiore a 1 su 10.000, il che significa che ogni contatto con una superficie contaminata ha meno di 1 su 10.000 possibilità di causare un’infezione”.
I CDC sottolineano inoltre che la corretta igiene delle mani è “un ostacolo alla trasmissione attraverso il contatto con superfici o oggetti contaminati”, ed è associata a un minor rischio di infezione. Nello specifico, uno degli studi (Pitol AK et al. Environ Sci Technol Lett 2021) ha anche valutato l’efficacia delle misure di prevenzione, osservando che la semplice igiene delle mani “potrebbe ridurre sostanzialmente il rischio di trasmissione di Sars-Cov-2 da superfici contaminate, mentre la disinfezione delle superfici una o due volte al giorno aveva scarso impatto sulla riduzione dei rischi stimati”.
Efficacia della pulizia e della disinfezione
Pertanto i CDC indicano che “sia la pulizia – uso di sapone e detergenti – sia la disinfezione – uso di un prodotto o processo progettato per inattivare Sars-Cov-2) possono ridurre il rischio di trasmissione da fomiti. La pulizia riduce la quantità di sporco (per esempio sporcizia, microbi, altri agenti organici e prodotti chimici) sulle superfici, ma l’efficacia varia in base al tipo di detergente utilizzato, alla procedura di pulizia e alla qualità della pulizia”. L’uso di disinfettanti per l’igiene delle superfici, d’altra parte, ha dimostrato di essere efficace “nel prevenire la trasmissione secondaria di Sars-Cov-2 tra una persona infetta e altre persone all’interno della famiglia. Tuttavia, c’è poco supporto scientifico per l’uso di routine dei disinfettanti in contesti comunitari, sia interni sia esterni, per prevenire la trasmissione da Sars-Cov-2 da fomiti”. Di conseguenza, concludono i CDC, la pulizia di routine “eseguita in modo efficace con sapone o detergente, almeno una volta al giorno, può ridurre sostanzialmente i livelli di virus sulle superfici”.
Riguardo alle superfici toccate con maggior frequenza, come le maniglie delle porte e delle finestre, i passamani delle scale e i pulsanti, la pulizia con sapone o detergente “dovrebbe essere sufficiente per ridurre ulteriormente il rischio di trasmissione relativamente basso da fomiti in situazioni in cui non vi è stato un caso sospetto o confermato di COVID-19. In situazioni in cui si è verificato un caso sospetto o confermato di Covid-19 nelle ultime 24 ore, è più probabile la presenza di virus infettivo sulle superfici e pertanto le superfici ad alto contatto devono essere disinfettate”.