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Il primo vaccino a mRna contro la malaria è efficace nei topi

Sviluppato negli Stati Uniti grazie ai recenti successi dei vaccini Covid, il nuovo vaccino ha dato prova di indurre un elevato livello di protezione, supportando la possibilità di ottenere un vaccino efficace contro l’infezione nell’uomo.
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A cura di Valeria Aiello
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Un nuovo vaccino a mRNA ha dato prova di essere efficace contro la malaria. Lo indicano i risultati di uno studio che supporta la validità dell’innovativa tecnologia a Rna messaggero, risultata vincente nello sviluppo dei sieri in grado di offrire un elevato livello di protezione da Covid-19.

Messo a punto dalla più grande struttura di ricerca biomedica del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, il Walter Reed Army Institute of Research, in collaborazione con il Centro di ricerca medica della Marina americana, l’Università della Pennsylvania e l’azienda di biotecnologie Acuitas Therapeutics, il nuovo vaccino ha dimostrato di essere efficace nei roditori e di fornire una protezione completa dalla malaria, dunque di raggiungere la cosiddetta immunità sterilizzante, ovvero una risposta in grado di proteggere non solo dallo sviluppo della malattia ma anche di bloccare l’infezione.

In particolare, gli studi nei topi, pubblicati sulla rivista npj Vaccines di Nature, hanno permesso di arrivare a un programma di immunizzazione ottimale, con perfezionamento di un regime di somministrazione a tre dosi. “Abbiamo osservato un miglioramento delle risposte protettive che si è tradotto in una protezione sterilizzante dell’88% – affermano i ricercatori – . Questi risultati sono convincenti e gettano le basi per il prosieguo dello sforzo di ricerca per migliorare la risposta immunitaria, l’efficacia protettiva e la durata della risposta diretta contro la malaria”.

Lo sviluppo di un vaccino contro la malaria è da tempo un obiettivo di ricerca prioritaria per il Dipartimento della Difesa statunitense, poiché la malattia rimane una delle principali minacce per le forze militari schierate nei Paesi dove questa parassitosi è endemica. Nel 2019 sono stati stimati 229 milioni di casi di malaria e 409.000 decessi a livello globale, e ad oggi si contano circa 60 diverse specie di zanzare in grado di trasmettere l’infezione.

La malattia è causata da protozoi parassiti appartenenti al genere Plasmodium il cui ciclo biologico si svolge in due ospiti obbligati, un vertebrato, come ospite intermedio e una femmina di zanzara come ospite definitivo. La maggioranza dei decessi per malaria è attribuito alla specie parassita Plasmodium falciparum, endemico in Africa sub-Sahariana, Asia e America Latina, Papua-Nuova Guinea e in alcune isole del Pacifico orientale.

Il nuovo vaccino a mRNA si basa proprio sull’acido nucleico che codifica per una proteina di P. falciparum (circumsporozoite, CSP), racchiuso in nanoparticelle lipidiche (LNP) come quelle attualmente utilizzate nei vaccini anti-Covid. L’informazione genetica viene così trasportata all’interno delle cellule, dove il codice viene tradotto in proteina, inducendo la risposta protettiva contro la malaria senza causare l’infezione. “Il nostro vaccino ha raggiunto livelli elevati di protezione contro l’infezione da malaria nei topi – ha affermato Katherine Mallory, ricercatrice del Walter Reed Army Institute of Research e autrice corrispondente dello studio – . Anche se rimane molto lavoro prima dei test clinici, questi risultati sono un segno incoraggiante che è possibile ottenere un vaccino contro la malaria efficace a base di mRNA”.

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