Il più esteso trapianto facciale è stato eseguito a New York
Oltre cento individui di personale e 26 ore totali di intervento: a guidare l'operazione che ha consentito il più esteso trapianto facciale della storia è stato il dottor Eduardo Rodigruez del New York University Langone Medical Center. Il tutto è avvenuto lo scorso agosto. A presentare i brillanti risultati del delicatissimo intervento è stato il dottor Robert Grossman, preside e CEO del centro medico, nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 16 novembre.
Il chirurgo
Per il dottor Rodriguez si è trattato del secondo intervento di questo tipo: anche in quel caso si trattò di un lavoro "da record" dato che fu il primo trapianto che incluse l'impianto di ossa e denti. Forte di quell'esperienza, benché questa volta la quantità di tessuto coinvolta fosse molto più ampia, il dottore aveva già assicurato il pieno successo al paziente, Patrick Hardison.
Il paziente
Adesso quest'uomo di 41, che nel 2001 aveva subito una gravissima ustione facciale mentre lavorava come volontario tra i vigili del fuoco, può mostrare il suo volto nuovo. A causa dell'incidente, Hardison non aveva più tessuto non danneggiato né sul viso, né in corrispondenza del cuoio capelluto, né sulle palpebre, sul naso o sulle labbra; aveva inoltre perso le orecchie. Per celare il più possibile il proprio aspetto, viveva indossando un cappellino, occhiali da sole, delle protesi per le orecchie; un dolore psicologico immenso al quale facevano da contrappunto le sofferenze fisiche inflitte dalle cicatrici ogni volta in cui masticava o muoveva i muscoli in qualunque espressione.
L'intervento
L'intervento è iniziato il 12 di agosto. Due team hanno lavorato simultaneamente, uno per rimuovere la faccia del donatore, l'altro per preparare il paziente a ricevere l'impianto. La prima operazione ha richiesto 12 ore: cuoio capelluto, faccia, palpebre, sono stati asportati assieme al mento e alle ossa per fornire una definizione più accurata del viso; nel fare ciò, naturalmente, era importante identificare i vasi sanguigni, i nervi e le strutture (come quelle che fanno funzionare le palpebre) che andavano preservati per essere collegati nel momento dell'impianto.
Otto ore sono state necessarie per la preparazione di Hardison, eliminando tutto il tessuto cicatrizzato e anche alcune ossa che sarebbero state sostituite con quelle del donatore. La mattina del 15 agosto, i due gruppi hanno cominciato a lavorare assieme per un intervento durato 10 ore, riattaccando ossa, vasi sanguigni, nervi, fino al naso, alle palpebre, alle labbra.
Esito dell'operazione
Adesso, trascorse diverse settimane per rendersi conto che non c'è stata alcun rigetto, i medici possono guardare con soddisfazione ai risultati. Il paziente ha mosso le palpebre già diversi giorni dopo l'intervento, mentre dopo circa un mese sono ricresciuti anche i capelli. Certo, le sfide che dovrà affrontare Hardison saranno ancora tantissime, sia fisiche sia anche psicologiche: ma, come egli stesso ha dichiarato, adesso ha di fronte a sé «una nuova vita».