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Il più antico letto dell'umanità ed i nostri antenati

Ha 77 000, è stato ritrovato in Sudafrica ed è il più antico materasso conosciuto fino ad ora: è costruito con fibre vegetali che, oltre a renderlo sufficientemente morbido per riposare le membra affaticate, tenevano anche lontane zanzare ed altri insetti.
A cura di Nadia Vitali
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Ha 77 000, è stato ritrovato in Sudafrica ed è il più antico materasso conosciuto fino ad ora, è costruito con fibre vegetali che, oltre a renderlo sufficientemente morbido per riposare le membra affaticate, tenevano anche lontane zanzare ed altri insetti.

I primi homo sapiens erano nomadi: vivevano di caccia e raccolta e si spostavano alla ricerca di nuove risorse; molto spesso si costruivano delle basi temporanee dove cucinavano i propri cibi e trascorrevano la notte, riposandosi prima di iniziare una nuova giornata in cui la sopravvivenza era strettamente legata ai beni che ci si riusciva a procacciare. Sicuramente, stando agli ultimi ritrovamenti avvenuti in Sudafrica, migliaia di anni fa i nostri progenitori avevano già l'esigenza di dormire sonni tranquilli e comodi.

Nella grotta di Sibudu, un riparo roccioso posto lungo il fiume Tongati nella provincia di KwaZulu-Natal, un gruppo internazionale di archeologi guidato da  Lyn Wadley dell'Università Witwatersrand di Johannesburg, si è infatti imbattuto nel più antico letto della storia dell'umanità. Nel corso degli scavi la spelonca, uno dei rifugi preistorici che maggiormente è stato oggetto di studi durante gli ultimi anni, ha restituito numerosi oggetti come archi e frecce ma, certamente, la scoperta del giaciglio ha destato la maggiore sorpresa da parte dei ricercatori.

In buone condizioni di conservazione, il letto, oltre a garantire un riposo «morbido» agli antenati di 77 000 anni fa, era pure un ottimo mezzo per tenere lontane zanzare ed altri insetti: dalle analisi dei ricercatori è infatti emerso che il materasso era fabbricato con dei materiali vegetali pressati e sovrapposti in diversi strati. Tra essi sono stati rinvenuti anche resti di Cryptocarya woodii, una pianta aromatica utilizzata ancora oggi dalle medicine tradizionali: le sue foglie contengono diverse sostanze chimiche in grado di uccidere insetti.

Gli archeologi hanno dunque ipotizzato che colui che preparò il giaciglio per trascorrere una serena notte, scelse volontariamente la Cryptocarya woodii al fine di tenere lontane le zanzare che sarebbero state turbate dall'odore della pianta. Esami al microscopio hanno rivelato che questi materassi, su cui gli homo sapiens lavoravano anche, venivano riparati e rimessi a nuovo varie volte; infine, quando ormai consumati dal lungo uso perdevano il proprio effetto repellente e si riempivano di insetti, venivano bruciati.

Il letto più antico della storia, fino ad ora si riteneva che gli uomini avessero iniziato a ricorrere a questo oggetto non prima di 50 000 anni fa, pone in luce, grazie alla sua accurata manifattura, l'esistenza di una civiltà lungo il fiume Tongati già molto sviluppata: oltre a ricorrere al fuoco come strumento in grado di igienizzare, questi antichi uomini sudafricani conoscevano già l'uso medicinale di alcune piante.

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