Il panda gigante selvatico non è più in pericolo di estinzione: lo storico annuncio della Cina
Se c'è un animale simbolo della conservazione e delle minacce perpetrate dall'uomo ai danni della fauna selvatica, esso è indubbiamente il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca), non a caso scelto come icona del World Wide Fund for Nature (WWF). Questo grosso mammifero bianco e nero appartenente all'Ordine dei carnivori (pur essendo erbivoro), è stato infatti vittima della costante degradazione del suo habitat naturale – le foreste del Sichuan, nella Cina centrale – e del bracconaggio, arrivando a un passo dall'estinzione. Ora, grazie ai molteplici sforzi condotti dalle istituzioni cinesi negli ultimi decenni per preservare la specie, il panda gigante non è più considerata una specie in pericolo di estinzione anche per Pechino. In natura ne vivono infatti oltre 1.800 esemplari. L'annuncio è stato dato durante una conferenza stampa del Ministero dell'ecologia e dell'ambiente.
In realtà la principale istituzione mondiale che si occupa della tutela e del monitoraggio delle specie minacciate, l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), già nel 2016 aveva spostato il panda gigante dall'elenco delle specie in pericolo di estinzione (codice EN, endangered) a quello di vulnerabile (codice VU, vulnerable) nella sua Lista Rossa. La nuova classificazione non è completamente rassicurante e sono sempre necessarie rigide misure di protezione, tuttavia è uno status di minaccia molto meno urgente di quello precedente. Questa decisione, tuttavia, fu aspramente criticata dalla Cina, che riteneva fossero indispensabili ulteriori dati confortanti prima di poter decretare l'animale simbolo del Dragone come fuori pericolo.
Come indicato, a cinque anni dal pronunciamento ufficiale dell'IUCN, adesso anche le autorità di Pechino hanno dichiarato il panda gigante non più in pericolo di estinzione in natura. Cui Shuhong, funzionario del Ministero dell'ecologia e dell'ambiente, ha affermato durante una conferenza stampa che il nuovo status dei panda è stato raggiunto grazie “agli sforzi attivi del Paese per la protezione della biodiversità e il ripristino ecologico”. “Le condizioni di vita di specie rare e in via di estinzione in natura come il panda gigante, l'antilope tibetana e il cervo milu sono state tutte migliorate. Sono state nuovamente documentate le apparizioni di specie misteriose come il gatto di montagna cinese e il bucero dal collo rosso. Abbiamo visto tigri siberiane visitare villaggi, elefanti asiatici selvatici in viaggio verso nord e una balena è stata avvistata nella baia di Dapeng a Shenzhen”, si legge in un comunicato stampa rilasciato dalla TV di Stato cinese. “Il concetto che le montagne lussureggianti e l'acqua limpida valgono il loro peso in oro e argento ha preso piede tra la popolazione in Cina. Il rispetto, l'armonia e la protezione della natura sono diventati una scelta consapevole per ogni livello di governo e per il pubblico”, chiosano i funzionari cinesi.
La decisione di classificare il panda come non più in pericolo di estinzione ma come specie vulnerabile è fondamentalmente legato al numero di esemplari: ora, come indicato, ce ne sono liberi in natura oltre 1.800, che scorrazzano sui pendii delle aree montane del Sichuan nutrendosi di decine di chilogrammi di germogli di bambù ogni giorno. Oltre a questi, molti sono tenuti in cattività o semilibertà e sono coinvolti in programmi di fecondazione e reintroduzione, che hanno agevolato la ripresa della specie. Secondo il funzionario cinese, il successo nella conservazione dei panda – e delle altre specie minacciate – risiede nel numero di aree protette in Cina, cresciuto a quasi 12mila nel 2019, pari al 18 percento della (enorme) superficie del Paese asiatico. La Cina, si legge nel comunicato diffuso dall'agenzia di stampa Xinhuanet, continuerà a migliorare la cooperazione internazionale e a promuovere la partecipazione pubblica per continuare a tutelare la preziosa biodiversità.