Il nuovo tatuaggio di Oetzi
Nel corso dei vent'anni e più che ci separano dal giorno della sua scoperta, abbiamo imparato a conoscere Oetzi talmente bene che, grazie al costante lavoro degli scienziati, pensavamo ormai che la mummia non avesse più nulla di nuovo da raccontarci: e invece ci sbagliavamo. L'ultima mappatura dei tatuaggi che segnavano la pelle dell'Iceman in più punti, infatti, ha rivelato l'esistenza di un disegno che fino ad oggi era stato ignorato.
Il più antico essere umano tatuato (a noi noto)
Che la pelle di Oetzi fosse coperta in più punti da incisioni era un fatto noto da tempo: tanto più che alcune di queste risultavano già visibili ad occhio nudo. Non tutte, vista la colorazione assunta dalla cute nei secoli di conservazione sotto i ghiacci: ma le fotografie effettuate da diverse prospettive, ricorrendo a strumenti in grado di vedere dall'infrarosso all'ultravioletto, hanno consentito di identificare con maggiore precisione la distribuzione di questi segni, spesso incisi negli strati più profondi della cute. Sono per la precisione 61, tutti consistenti in linee di lunghezza variabile dai 7 millimetri ai 4 centimetri, nella gran parte dei casi raggruppate parallelamente in due, tre o quattro. Figurano anche due croci. L'ultimo lavoro degli scienziati ha portato al riconoscimento di un nuovo tatuaggio, situato sulla parte destra del tronco, verso la parte bassa del torace: gli esperti della mummia del Similaun ritengono che questa collocazione è piuttosto insolita, dato che gli altri tatuaggi si trovano soprattutto sulla parte bassa della schiena e sugli arti inferiori, in particolare tra il ginocchio e il piede.
Agopuntura o simbolo?
Si riapre così il dibattito sulla funzione di quei segni incisi sulla pelle: avevano un valore puramente ornamentale? O, piuttosto, servivano a marchiare simbolicamente un evento particolare, come ad esempio un momento di passaggio dell'esistenza? Le spiegazioni alternative, in realtà, non si esauriscono qui, perché le incisioni potevano avere anche una funzione terapeutica. Si poteva pensare di incidere la pelle in corrispondenza dei dolori articolari, ad esempio, secondo un principio simile a quello dell'agopuntura: naturalmente, in questo caso non venne utilizzato alcun ago, ma esclusivamente del carbone vegetale che veniva strofinato sull'epidermide. E ancora, chi potrebbe escludere l'ipotesi che si trattasse di tatuaggi dalla valenza religiosa? Nessuno, in assenza di fonti che ci aiutino a ricostruire il contesto in cui nacque, visse e morì Oetzi: che, nonostante ciò, è riuscito a narrarci una incredibile quantità di storie su di sé fin da quando, nel 1991, riemerse dai ghiacci che ne avevano custodito il corpo e il riposo.