Il mondo segreto dell’Antartide: catene montuose e valli nelle profondità del Polo Sud
Nell'inospitale continente antartico sono state appena scoperte tre catene montuose e tre enormi vallate subglaciali, un paesaggio incontaminato e ‘segreto' che gioca un ruolo fondamentale nel veicolare i cambiamenti climatici. Sembra incredibile che con tutti i satelliti, le missioni aeree e altri strumenti di rivelazione scientifica, ancora oggi possano esistere porzioni della Terra sconosciute, ma per il gelido Antartide c'è una spiegazione abbastanza semplice. A causa dell'inclinazione del nostro Pianeta, infatti, nessun satellite era impostato con un'orbita tale da poter ‘sbirciare' al di sotto della calotta glaciale in un'area centrale del Polo Sud.
Questa lacuna è stata recentemente colmata dalla missione PolarGAP dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), i cui primi dati sono stati studiati ed elaborati da scienziati britannici dell'Università della Northumbria. Gli studiosi, coordinati dalla dottoressa Kate Winter, ricercatrice presso il Dipartimento di Geografia e Scienze Ambientali dell'ateneo di Newcastle, sono rimasti particolarmente colpiti dalle dimensioni di queste vallate nascoste dal ghiaccio. La più grande, chiamata Trough, è lunga ben 350 chilometri – circa la distanza che separa Roma da Bologna – ed è larga 35; la seconda, Patuxent, raggiunge i 300 chilometri di lunghezza e i 15 di larghezza; mentre la terza, un bacino di svasamento, è lunga 150 chilometri e larga 30 chilometri.
Ma perché è importante aver scoperto queste vallate nascoste? La ragione risiede nel fatto che le catene montuose cui sono associate regolano il passaggio del ghiaccio dall'Antartide orientale a quello occidentale, fino al mare. Col costante aumento delle temperature e l'assottigliamento dei ghiacci, questi canaloni, aprendosi, potrebbero permettere un più facile deflusso del ghiaccio dall'entroterra alla costa, con un conseguente – e temutissimo – aumento del livello dei mari.
Studiando la morfologia di questo nuovo paesaggio, gli studiosi hanno dati aggiuntivi che possono aiutarci a capire in anticipo gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici, tra i quali l'innalzamento dei livello dei mari rappresenta una delle minacce maggiori. Non a caso si stima che entro la fine del secolo molte metropoli costiere potrebbero essere letteralmente sommerse. I dettagli della ricerca britannica sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Geophysical Research Letters.
[Credit: skeeze]