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Covid 19

Il mix di vaccini Covid è sicuro e protettivo: ecco le combinazioni migliori secondo uno studio

Lo studio Com-Cov condotto nel Regno Unito da scienziati dell’Università di Oxford sta testando varie combinazioni di vaccini anti Covid per determinarne sicurezza ed efficacia. Dai risultati di una nuova fase del trial clinico è emerso che una prima dose di AstraZeneca seguita dal richiamo di Pfizer offre la migliore risposta immunitaria cellulare, mentre due dosi di Pfizer garantiscono la più robusta risposta cellulare.
A cura di Andrea Centini
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Da quando il vaccino anti Covid di AstraZeneca è stato vietato agli under 60, a causa dell'associazione con rarissimi eventi tromboembolici, il mix di due vaccini per chi aveva già ricevuto la prima dose è divenuta una necessità in Italia. Ma il cosiddetto “Mix and Match”, conosciuto anche come vaccinazione eterologa, è finito al centro di aspre polemiche poiché considerato da alcuni come "sperimentazione" sulla pelle della gente, in mancanza di studi clinici approfonditi e specifici. Fortunatamente nel Regno Unito sono stati previdenti e hanno avviato da tempo lo studio Com-Cov, che sta testando varie combinazioni di vaccini Covid proprio per determinare efficacia e sicurezza dei mix. I primi risultati dell'indagine sono stati rassicuranti su entrambi i fronti; ora, da una nuova fase del trial clinico, che ha coinvolto 830 volontari con un'età pari o superiore a 50 anni di otto differenti centri del National Institute for Health Research (NIHR), ha dimostrato che combinare il Vaxzevria di AstraZeneca con il Comirnaty di Pfizer-BioNTech determina una forte risposta immunitaria contro la proteina S o Spike del coronavirus SARS-CoV2, ma che tale risposta varia in base al tipo di combinazione utilizzata.

A condurre lo studio è stato un team di ricerca guidato da scienziati dell'Università di Oxford, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del North Bristol NHS Trust, dell'Università di Southampton, della Public Health England (PHE), del Dipartimento di Scienze Cliniche della Scuola di Medicina Tropicale di Liverpool e di numerosi altri istituti britannici. Gli studiosi, coordinati dal professor Matthew Snape, docente presso il Dipartimento di Pediatria e Vaccinologia dell'Università di Oxford, hanno testato la vaccinazione eterologa somministrando la seconda dose a distanza di quattro settimane della prima, a differenza della procedura standard che attualmente, per l'AstraZeneca, nel Regno Unito prevede il richiamo a 12 o 8 settimane a seconda dell'età. Dalle analisi di laboratorio è emerso che avere una prima dose di AstraZeneca seguita dal richiamo di Pfizer induce più anticorpi neutralizzanti e cellule T (risposta cellulare) rispetto a una prima dose di Pfizer seguita da una di AstraZeneca. Entrambe queste combinazioni offrono una risposta più robusta di quella garantita dalle due dosi standard di AstraZeneca, considerata già molto efficace. La migliore risposta anticorpale (o umorale) è stata offerta dalle due dosi standard di vaccino Pfizer, mentre la migliore cellulare, che determina la produzione di cellule T che uccidono le cellule già infettate dal coronavirus SARS-CoV-2, viene garantita dalla prima dose di AstraZeneca seguita dal richiamo con lo Pfizer. Quest'ultima è la situazione più comune che si sta verificando in Italia, tenendo presente che il vaccino a mRNA di Moderna viene distribuito con un numero di dosi sensibilmente inferiore (anch'esso è coinvolto nella vaccinazione eterologa).

“I risultati mostrano che, se somministrati a un intervallo di quattro settimane, entrambi i programmi misti inducono una risposta immunitaria che è al di sopra della soglia stabilita dal programma standard del vaccino Oxford/AstraZeneca. I ricercatori desiderano ringraziare i partecipanti che hanno reso possibile questo importante studio”, ha dichiarato il professor Snape in un comunicato stampa. “Questi risultati – aggiunge lo studioso – sono una risorsa inestimabile per l'uso della vaccinazione mista, tuttavia l'intervallo di quattro settimane studiato qui è più breve del programma da otto a 12 settimane più comunemente usato per il vaccino Oxford-AstraZeneca. È noto che questo intervallo più lungo si traduce in una migliore risposta immunitaria e i risultati per un intervallo di 12 settimane saranno disponibili a breve”.

Nonostante la vaccinazione eterologa stia mostrando effetti molto positivi, gli autori dello studio Com-Cov sottolineano che non c'è ragione di cambiare il programma vaccinale standard se non in casi di necessità, come quello venutosi a creare in Italia – e in altri Paesi – per il blocco di AstraZeneca sotto una certa soglia di età. A sostegno della vaccinazione eterologa anche i risultati del recente trial clinico CombiVacs, nel quale è stato determinato che somministrare lo Pfizer dopo l'AstraZeneca garantisce una robusta risposta anticorpale-cellulare ed è ben tollerato, con reazioni lievi e temporanee nella maggior parte dei casi. I dettagli della nuova ricerca britannica “Safety and Immunogenicity Report from the Com-COV Study – a Single-Blind Randomised Non-Inferiority Trial Comparing Heterologous And Homologous Prime-Boost Schedules with An Adenoviral Vectored and mRNA COVID-19 Vaccine” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet.

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