Il mantello terrestre sembra un quadro di Pollock
Il mantello terrestre è molto più eterogeneo di quanto indicato da modelli scientifici e libri di testo, ed è così ricco di colori da ricordare persino un quadro di Paul Jackson Pollock, pittore statunitense famoso in tutto il mondo per le sue opere legate alla tecnica dell'espressionismo astratto (o action painting). Questa variopinta “esplosione” di composti si trova anche nella parte più profonda della fredda crosta terrestre, dove a un certo punto si mescolano dando vita alla lava che è molto più uniforme. A descrivere la complessità geochimica del mantello è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università dello Utah, Stati Uniti, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Scienze della Terra e Oceaniche dell'Università di Cardiff (Regno Unito) e dell'Università Vrije di Amsterdam, Paesi Bassi.
Come un quadro. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Sarah Lambart, docente presso il Dipartimento di Geologia e Geofisica dell'ateneo di Salt Lake City, hanno determinato le caratteristiche del mantello studiando il magma che fuoriesce dalle dorsali oceaniche, prima del contatto con la superficie che ne influenza colori e composizione. Nello specifico, si sono concentrati sui minerali che cristallizzano per primi quando il magma penetra nella crosta soprastante. Esaminando nel dettaglio le variazioni degli isotopi di neodimio e stronzio nei campioni, hanno determinato che la variabilità è sette volte maggiore rispetto a quella che si trova nella lava che sgorga dalle creste oceaniche. Ciò significa che il mantello non è affatto uniforme come si vede nei libri di testo, ma si tratta di un miscuglio di colori netti, ben separati fra loro, che un'opera di Pollock esemplifica alla perfezione.
Frullato di roccia. Ma da cosa dipendono tutti questi colori diversi? La regione, spiega Lambart, risiede nel fatto che i vari tipi di roccia che danno vita al magma fondono a temperature diverse. Il risultato è miscuglio di “ingredienti” ben diversi fra loro, come la frutta fatta a pezzi in un frullatore prima di essere mescolata, hanno spiegato i ricercatori per rendere l'idea dell'eterogeneità del mantello. Questo frullatore, spiegano gli studiosi, si “accende” solo quando il magma giunge in una parte profonda della crosta terrestre. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Nature Geoscience.