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Il lockdown ha portato a un aumento dei disturbi alimentari

Lo indicano i risultati di uno studio inglese che ha esaminato l’impatto delle restrizioni introdotte nella prima ondata di Covid-19 su comportamenti e abitudini alimentari.
A cura di Valeria Aiello
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Il lockdown per contrastare la diffusione del coronavirus ha inciso fortemente sull’insorgenza e la riacutizzazione dei disturbi alimentari. Lo evidenziano i risultati di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Psychiatry Research da un team di ricerca dell’Anglia Ruskin University di Cambridge, nel Regno Unito, che ha esaminato il comportamento e le abitudini alimentari di 319 utenti di un club benessere durante l’estate del 2020. Gli studiosi avevano già eseguito un’indagine analoga nel 2019 e hanno quindi valutato l’impatto delle restrizioni introdotte nella primavera del 2020 nei partecipanti allo studio (età media 37 anni, 84% donne). Per l’analisi è stato utilizzato un questionario sull’atteggiamento alimentare, chiamato EAT-26, che ha previsto risposte a domande relative ad affermazioni del tipo “Sono terrorizzato dall’essere sovrappeso”, “Ho un impulso a vomitare dopo i pasti” e “Mi sento estremamente in colpa dopo aver mangiato”.

I riscontri hanno permesso agli studiosi di rilevare un aumento significativo dei punteggi medi di EAT-26 dopo il lockdown, suggerendo un maggiore livello di comportamenti alimentari morbosi, come l’anoressia e la bulimia. “Non possiamo dire con certezza che la responsabile di questo aumento dei comportamenti associati ai disturbi alimentari sia la pandemia di Covid-19 – ha affermato Mike Trott, ricercatore dell’Anglia Ruskin University e primo autore dello studio – . Tuttavia, sappiamo che le persone spesso usano il cibo per affrontare lo stress e chiaramente in tanti sono stati colpiti da eventi stressanti e cambiamenti significativi negli ultimi 12 mesi”.

Allo stesso tempo, lo studio ha anche indicato che i livelli di esercizio fisico individuale sono aumentati da 6,5 ore a settimana nel 2019 a 7,5 ore a settimana dopo il lockdown. “Potrebbe essere che i partecipanti al nostro studio fossero desiderosi di ricominciare le loro routine di esercizio dopo il lockdown e recuperare il tempo perso allenandosi di più – ha aggiunto Trott – . Indipendentemente dai motivi, ci sono molti benefici per la salute fisica e mentale nell’esercizio fisico regolare, quindi questo è un risultato positivo”.

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