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Il liceale francese trasformato nel “nuovo Einstein”

Il caso di Neil Ibata, 15enne che ha aiutato il padre in uno studio di cosmologia ottenendo una pubblicazione su Nature. La stampa lo ha trasformato in un genio precoce.
A cura di Roberto Paura
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Neil Ibata

Certo, Neil Ibata è un ragazzo davvero in gamba. A soli 15 anni ha al suo attivo una pubblicazione su Nature, la più prestigiosa rivista scientifica del mondo. Ma da qui a definirlo il “nuovo Einstein”, come hanno fatto diversi giornalisti, ce ne passa. Neil ha infatti ottenuto l’ambito privilegio solo grazie all’aiuto del padre, autore principale della ricerca che include ben 14 altri firmatari oltre al figlio. Dall’Osservatorio astronomico di Strasburgo, dove lavora, Rodrigo Ibata ha guidato una survey internazionale per analizzare le galassie satelliti di Andromeda e cercare di individuare una loro struttura di distribuzione intorno alla galassia-madre. E a Neil, il giovanissimo figliolo, aveva chiesto di creare un programma informatico in grado di sviluppare un modello delle galassie satelliti, seguendo le sue istruzioni. Neil è stato abbastanza in gamba da portare a termine la scrittura del programma e da scoprire, insieme al padre, che queste galassie nane formano una struttura ruotante intorno ad Andromeda. Una scoperta di rilievo che si è aggiudicata la pubblicazione su Nature  e un’enorme pubblicità per Neil, che ha finito per offuscare i meriti degli altri 15 ricercatori.

andromeda e il famelico buco nero

Figlio d'arte – Lui, poverino, c’entra poco. Probabilmente è solo uno dei tanti casi di ragazzi piuttosto svegli che i genitori ambiziosi vogliono portare precocemente alla ribalta per venderli al grande pubblico. Lo si faceva un tempo con i “nuovi Mozart”, oggi lo si fa con i “nuovi Einstein”: giovani che fin da ragazzini mostrano le stimmate della genialità e fanno prevedere grandi cose. A caccia di popolarità, il buon Rodrigo Ibata avrà pensato che la scoperta di galassie nane che ruotano intorno ad Andromeda non è certo tra quelle in grado di ritagliarsi uno spazio su un quotidiano generalista a diffusione nazionale. Viceversa, avere un ragazzo di 15 anni che pubblica su Nature e inserisce come affiliazione istituzionale il suo liceo di Strasburgo e definirlo il “nuovo Einstein” è sicuramente una notizie che fa vendere copie. Con buona pace di Einstein che di osservazioni astronomiche se ne intendeva poco – non aveva alcun interesse per i telescopi – e di cosmologia si occupò solo più tardi, quando scoprì di poter adattare la sua teoria della relatività allo studio della struttura dell’universo.

La rotazione delle galassie nane – Nel settore degli studi cosmologici, il dibattito sulla distribuzione delle galassie nane satelliti non è tra quelli che non fanno dormire gli scienziati. Che queste galassie nane, come le Nubi di Magellano per la nostra Via Lattea, siano distribuite sul piano galattico o del tutto casualmente, può sicuramente avere un suo peso nei modelli di formazione delle grandi strutture cosmiche ma non è la nuova teoria della relatività generale. La scoperta del gruppo di Ibata riguarda un certo numero di galassie nane satelliti distribuite lungo il piano e soggette alla stessa rotazione di Andromeda: una sorta di disco periferico che condivide con la galassia-madre la stessa dinamica orbitale e la stessa direzione del momento angolare. “Si tratta di risultati intriganti che mettono in imbarazzo tutte le teorie sulla formazione delle galassie”, incalza Brent Tully, dell’Università delle Hawaii, autore di un articolo di commento alla scoperta pubblicato sempre su Nature. E chissà che Neil dopotutto non faccia carriera (speriamo senza l’aiuto paterno) e dimostri di essersi meritato questo prematuro e un po’ inopportuno endorsement della stampa.

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