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Il lato oscuro di Plutone

La sonda New Horizons ha osservato ghiaccio e nebbia sulla superficie di Plutone.
A cura di Nadia Vitali
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L'atmosfera di Plutone come un anello luminoso ripresa da New Horizons lo scorso 15 luglio (Credits: NASA/JHUAPL/SwRI)
L'atmosfera di Plutone come un anello luminoso ripresa da New Horizons lo scorso 15 luglio (Credits: NASA/JHUAPL/SwRI)

Ghiaccio in movimento ed una sorprendentemente estesa nebbia sono tra le ultime scoperte della sonda NASA New Horizons che, dopo il suo ultimo passaggio radente, ha rivelato che Plutone è un remoto mondo ghiacciato pieno di meraviglie.

Scoperte inaspettate

Gli scienziati se lo aspettavano che Plutone avrebbe rivelato importanti segreti – non a caso hanno aspettato per dieci anni questo momento magico – ma adesso possono affermare con sicurezza che le più rosee aspettative sono state superate.

Con dei ghiacciai in movimento, una chimica superficiale insolita, delle serie di montagne ed una estesa nebbia Plutone sta mostrando una diversità nella sua geologia planetaria che è veramente intrigante. – John Grunsfeld, NASA

La nebbia che avvolge Plutone

Appena sette ore dopo il suo passaggio radente, la sonda New Horizons ha rivolto la sua camera LORRI (Long Range Reconnaissance Imager) indietro verso Plutone, catturando la luce solare che filtrava attraverso l’atmosfera planetaria e rivelando, così, la presenza di una nebbia che si innalza per 130 chilometri dalla superficie del Pianeta nano. L’immagine rilasciata mostra un ritratto “di spalle”, con un anello di luce che sembra evidenziare una sorta di “lato oscuro” del Pianeta nano.

Origine delle nebbie

Un’analisi preliminare dell’immagine ha rivelato che gli strati di foschia sono in realtà due sovrapposti, il più basso di 80 chilometri, l’altro di 50. Queste nebbie sono un elemento chiave per la formazione degli idrocarburi che conferiscono alla superficie di Plutone quella tonalità rosso bruno.

I modelli suggeriscono che le nebbie nascono nel momento in cui la luce solare ultravioletta frantuma la particelle di gas metano, un idrocarburo semplice presente nell’atmosfera di Plutone. Tale rottura porta alla formazione di gas più complessi, come l’etilene e l’acetilene, anch’essi scoperti nell’atmosfera del Pianeta nano da New Horizons. Quando questi idrocarburi si spostano in basso, verso gli strati più freddi e bassi dell’atmosfera, condensano in particelle di ghiaccio che danno origine alle brume.

Immagine di Plutone proveniente dalla sonda New Horizons la mattina del 14 luglio 2015 (Foto Nasa).
Immagine di Plutone proveniente dalla sonda New Horizons la mattina del 14 luglio 2015 (Foto Nasa).

L’atmosfera aliena di un remoto Pianeta nano

«Sono rimasto a bocca aperta quando ho visto la prima immagine di un’atmosfera aliena nella fascia di Kuiper» ha spiegato Alan Stern, principal investigator della missione New Horizons presso il Southwest Research Institute (SwRI) di Boulder, in Colorado. Il fly by su Plutone ci ha, infatti, ricordato quando l’esplorazione spaziale continui a portare nuove, inaspettate scoperte. Basti pensare che i calcoli condotti dagli scienziati avevano stabilito l’impossibilità della formazione di foschie più alte di 30 chilometri a causa della temperatura stimata del Pianeta nano, per capire quanto ancora dobbiamo apprendere soltanto sul nostro Sistema Solare (per non parlare del resto).

Ghiaccio e attività geologica

LORRI ha anche rintracciato le prove di curiosi ghiacciai in movimento sulla superficie planetaria, rivelando i segni di una recente attività geologica che gli scienziati speravano tanto di trovare ma che, in fondo, non si aspettavano.

E invece le nuove immagini mostrano affascinanti dettagli di una vasta area pianeggiante (grande addirittura quanto il Texas), chiamata informalmente pianura dello Sputnik, che giace lungo il margine occidentale della ormai celebre regione a cuore di Plutone, conosciuta come regione Tombaugh. Lì è visibile un grosso ghiacciaio che evidentemente si è spostato e potrebbe essere ancora in movimento, in un modo simile a come accade sulla Terra.

E superfici del genere sono state osservate soltanto su mondi molto attivi, come Marte o come la Terra: il che, comprensibilmente, aumenta l’emozione. Inoltre, i dati relativi alla composizione, ricavati grazie allo strumento Ralph, indicano che la pianura dello Sputnik è ricca di azoto, monossido di carbonio e metano.

Migrazione dei ghiacciai

Le temperature di Plutone consentono ai ghiacci di scorrere esattamente come dei ghiacciai: questo potrebbe anche spiegare come mai all’equatore sono presenti regioni dal colore più scuro con distese di ghiaccio più chiare verso il Polo Nord, come è stato possibile rilevare dalle immagini. Secondo gli esperti, infatti, non si può escludere che questa configurazione dipenda proprio da un fenomeno di spostamento dei ghiacci.

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