Il lato morbido dei dinosauri: quelli piumati erano soffici come peluche
I dinosauri piumati erano così soffici che potendoli toccare avremmo avuto la stessa sensazione di accarezzare un peluche. A scoprire il lato “tenero” di questi spettacolari rettili estinti è stato un team di paleontologi dell'Università di Bristol, Gran Bretagna, che ha potuto analizzare con tecniche ad altissima risoluzione il fossile di un Anchiornis, un dinosauro definito teropode paraviano. Ai paraviani (Paravas), evolutisi nel Giurassico superiore, appartengono sia gli uccelli moderni che i dinosauri carnivori con caratteristiche simili ai volatili dei nostri giorni. Tutti i dinosauri di questo gruppo erano caratterizzati da un grande artiglio sul secondo dito di ciascun piede, quello dei famigerati Velociraptor.
Analizzando il piumaggio dell'Anchiornis con i nuovi strumenti, gli scienziati coordinati dal professor Evan Saitta si sono accorti di una struttura mai vista prima nelle penne di contorno. Oltre a una base corta, presentano infatti due lunghi barbi flessibili, e agli apici alette biforcute a forma di piuma. Saitta e colleghi hanno potuto osservarle grazie al processo di decadimento del fossile, che ha separato le varie sezioni della penna facendo emergere la curiosa e morbidissima struttura.
Poiché queste penne non si chiudevano ermeticamente come quelle degli uccelli moderni, l'aspetto dell'Archiornis doveva essere molto meno affusolato e aerodinamico. Inoltre, poiché con una sola fila non avrebbe potuto sollevarsi in volo, l'Archiornis compensava con una una vera e propria “batteria” di penne su più file. Il risultato è un aspetto decisamente curioso e buffo, come dimostra l'illustrazione creata da Rebecca Gelernter, che ha lavorato a stretto contatto con i paleontologi.
Questo dinosauro piumato aveva ben quattro ali, con penne di contorno disposte anche sulle zampe. Secondo gli scienziati queste penne non garantivano un'efficace regolazione della temperatura, inoltre davano problemi a liberarsi dall'acqua dopo una giornata di pioggia, ma permettevano manovre in “frenata” più efficaci di quelle possibili con le penne moderne. L'Archeornis, secondo il professor Saitta, doveva ricordare in qualche modo l'Hoatzin, un uccello tropicale dalle dimensioni di un fagiano. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Paleontology.
[Credit: University of Bristol/Rebecca Gelernter]