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Il lago vicino alla centrare nucleare di Fukushima sarà radioattivo per altri 20 anni

Lo ha determinato un team di esperti guidato dai ricercatori dell’Università giapponese di Tsukuba, valutando la contaminazione da cesio radioattivo del lago Onuma, sul monte Akagi, a circa 190 km dal sito dell’incidente nucleare del 2011.
A cura di Valeria Aiello
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Il lago giapponese di Onuma, sul monte Akagi, sarà radioattivo per altri 20 anni. Lo ha determinato un team di esperti guidato dai ricercatori dell’Università di Tsukuba, che ha valutato la contaminazione delle sue acque da cesio-137, un isotopo radioattivo rilasciato nell’ambiente in seguito all’incidente nucleare avvenuto nella centrale di Fukushima nel 2011.

Il lago, distante circa 190 km dall’impianto, è un bacino semichiuso, in cui la quantità di acqua in afflusso e deflusso è limitata. Pertanto, spiegano i ricercatori in uno studio pubblicato su Scientific Reports, oltre al tempo di decadimento radioattivo, pesa il problema della scarsa diluzione, come osservato anche nei laghi chiusi e nei piccoli laghi dopo l’incidente di Chernobyl. La concentrazione di radioattività in tali laghi può infatti diminuire rapidamente in un primo periodo ma nel lungo termine inizia a calare più lentamente. Tale fenomeno è stato confermato dalle misurazioni effettuate in questi anni dagli studiosi, che hanno mostrato come la concentrazione sia rapidamente diminuita dall’agosto 2011 (160 giorni dopo il 15 marzo 2011) a settembre 2012 (552 giorni), per poi rallentare gradualmente dopo l’ottobre 2012 (592 giorni), hanno precisato gli studiosi.

Il lago Onuma, a circa 190 km a Sud-Est dall'impianto nucleare di Fukushima, in Giappone
Il lago Onuma, a circa 190 km a Sud-Est dall'impianto nucleare di Fukushima, in Giappone

Precedenti indagini hanno utilizzato il modello della funzione di decadimento a due componenti, che è la somma di due funzioni esponenziali, per adattarsi alla concentrazione di radioattività di cesio-137 misurata – ha affermato in una dichiarazione uno dei coautori dello studio, il professor Yuko Hatano – . Il nostro lavoro si basa invece sul modello di diffusione frazionata, che cattura i complessi processi di diffusione che si verificano nell’acqua del lago. Questi processi includono la circolazione indotta dalla convezione, la miscelazione turbolenta e l’assorbimento da parte del plancton e di altri organismi”.

Gli studiosi hanno utilizzato questo modello di diffusione frazionata per ottenere una formula di previsione a lungo termine per la concentrazione di radioattività da cesio-137 sia nelle acque del lago sia nelle specie ittiche presenti. Data questa formula di previsione, hanno quindi stimato che tale concentrazione sarà rilevabile fino a 10.000 giorni dopo l’incidente di Fukushima, vale a dire per circa 30 anni. Il modello ha confermato le misurazioni effettuate nei primi anni dopo l’incidente, tuttavia ha indicato che “la diminuzione della concentrazione viene rallentata quando viene utilizzato il modello di diffusione frazionata anziché il modello convenzionale della funzione di decadimento a due componenti”.

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