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Il gigante caldo e la nana rossa, scoperta la coppia più rara dell’Universo

Grazie alla batteria di telescopi Next-Generation Transit Survey (Ngts) dell’ESO un team di astronomi britannici ha scoperto un esopianeta gigantesco in orbita attorno a una piccola stella. È il più grande in assoluto vicino a una debole nana rossa di classe M.
A cura di Andrea Centini
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Un esopianeta gigantesco scoperto vicino a una piccola stella sfida le teorie più accreditate sulla formazione dei pianeti; si tratta infatti del corpo celeste gassoso più grande in orbita attorno a una stella così debole. È un caso non unico ma rarissimo nell'Universo, perlomeno in quello studiato sino ad oggi e conosciuto, dato che esistono soltanto altri due esempi di ‘giganti' che si accompagnano a stelle minute. I protagonisti della vicenda sono il ‘gioviano caldo' NGTS-1b e il suo astro di riferimento NGTS-1, una nana rossa di classe M sita a 600 anni luce dalla Terra individuata grazie al Next-Generation Transit Survey (Ngts) dell’ESO a Paranal, in Cile.

Gli scienziati dell'Università di Warwick (Gran Bretagna) hanno scoperto l'esopianeta gigante grazie al transito orbitale attorno alla stella e alla variazione di luminosità che esso comporta. Si tratta di una tecnica ormai collaudatissima che ha permesso di individuare anche gli esopianeti del celebre Sistema di Trappist-1, sito a circa 40 anni luce da noi e potenzialmente abitabile. NGTS-1b, come sottolineato, è un gioviano caldo, cioè un esopianeta con massa uguale o superiore a quella di Giove ma che si trova a una distanza ridotta dalla stella di riferimento. Esso infatti orbita attorno a NGTS-1 a una distanza che è circa il 3 percento di quella che separa la Terra e il Sole; non a caso per compiere un'intera orbita impiega soltanto 2,6 giorni; in altri termini significa che un anno su NGTS-1b dura poco più di due giorni e mezzo terrestri.

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Sono noti soltanto altri due giganti di questo tipo attorno a nane rosse di classe M, ovvero Kepler-45b e HATS-6b, ma ciò che rende speciale NGTS-1b sono le sue dimensioni eccezionali. Esso ha infatti un raggio 1,3 volte superiore rispetto a quello di Giove, mentre la massa è di 0.8 volte. “La scoperta di NGTS-1b è stata una sorpresa completa per noi – ha sottolineato il professor Daniel Bayliss, l'autore principale dello studio -, la sfida ora è scoprire quanto sono comuni questi tipi di pianeti nella Galassia, e grazie al Next-Generation Transit Survey siamo ben preparati a fare proprio questo”. Se infatti piccoli pianeti rocciosi sono molto diffusi attorno alle nane rosse di classe M, le stelle più diffuse nell'Universo, questi giganti sono una vera rarità, dunque sarà fondamentale comprenderne le criptiche origini. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica della Royal Astronomical Society.

[Credit: University of Warwick/Mark Garlick]

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