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Il forte romano orientato con i solstizi

Il Forte romano di Hardknott, situato sul limite di quella che fu la provincia della Britannia, venne costruito seguendo l’orientamento dei solstizi estivo ed invernale.
A cura di Nadia Vitali
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Oggi del forte romano di Hardknott, nome originale Mediobogdum, restano soltanto rovine: mucchi di pietre ancora nelle posizioni in cui vennero collocate, pur senza i muri che le sovrastavano, durevole testimonianza della potenza romana che giunse fino a questo – un tempo – remoto angolo d'Europa. Ma all'epoca della sua costruzione doveva essere piuttosto notevole, nella sconfinata campagna in cui sorgeva, con le sue mura della lunghezza di oltre 100 metri. Costruito tra il 120 e il 138 d. C., sotto l'imperatore Adriano, venne successivamente abbandonato quando i confini dell'impero arrivarono ancora più a nord, sotto Antonino Pio, per poi riprendere la sua funzione fino al III secolo circa. La sua struttura è quella tipica del castrum, cioè dell'accampamento militare romano, ma uno studio, curato da una docente di fisica del Politecnico di Torino, ne avrebbe recentemente evidenziato una caratteristica che fino ad oggi si ignorava: Hardknott fu edificato in modo da risultare allineato con i solstizi estivo e invernale.

I solstizi attraverso le porte

Il forte aveva quattro ingressi sui quattro lati della sua struttura, posti l'uno di fronte all'altro a due a due: nel giorno in cui si verificava il solstizio d'estate, il più lungo dell'anno, il Sole sarebbe sorto allineato con la porte nordorientale e sudoccidentale, tramontando in allineamento con le porte nordoccidentale e sudorientale. Analogamente, durante il solstizio invernale, il Sole sarebbe sorto allineato alla porta sudorientale e nordoccidentale e tramontato con la porte sudoccidentale e nordorientale. Inoltre le quattro torri di guardia sembravano allineate con i quattro punti cardinali, ha spiegato la dottoressa Amelia Carolina Sparavigna nel suo articolo pubblicato da Philica che illustra i dettagli dello studio. Grazie ad un software in grado di calcolare con precisione gli angoli solari e con l'ausilio di mappe satellitari, la professoressa ha osservato questa caratteristica, non insolita, rispetto all'antichità, ma senz'altro molto interessante. Possiamo quindi quasi immaginare il Sole che passa attraverso le quattro porte durante i solstizi.

La pianta del castrum 

È noto come i romani (e non solo) costruissero il proprio accampamento secondo un modello ricorrente: quando, poi, il castrum diventava colonia, quella struttura ideale restava il centro e il cuore della nuova città, con i suoi decumani principali e i cardi che li intersecavano ortogonalmente. L'orientamento celeste di Mediobogdum richiama una caratteristica di molte città di fondazione romana, costruite in modo da segnare un giorno particolarmente importante nel corso dell'anno attraverso il Sole: ad esempio Timgad, oggi Algeria, venne orientata per "celebrare" il 18 settembre, giorno del compleanno di Traiano che fondò la città.

Un omaggio a Mitra

È quindi verosimile che, nel caso di Mediobogdum, l'omaggio fosse fatto direttamente al Sole: al culto mitraico, probabilmente, la cui penetrazione a Roma iniziò già nel I secolo a. C. La divinità, associata alla figura dell'eroicità, attrasse profondamente i soldati romani che portarono poi il culto nelle diverse province romane conquistate, dalla Dacia alla Britannia.

Mitra, simbolo solare, uccide il toro, generando la fecondità dell'universo
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Già nel I secolo, ma soprattutto poi nel II e nel III, il mitraismo si diffuse immensamente tra gli strati popolari della società romana. Di origine orientale, la religione ebbe nei soldati, che forse per primi ci entrarono in contatto, il suo principale vettore di diffusione: e fu così che, molto probabilmente, si giunse a rendere simbolicamente omaggio al Sole anche costruendo un forte militare nel mezzo della campagna britannica.

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