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Il fantasma di una stella nei cieli

Il Very Large Telescope dell’ESO ha raccolto una spettacolare immagine di una nebulosa planetaria, ciò che resta di una stella morente.
A cura di Nadia Vitali
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Un fantasma misterioso nei cieli? No, un oggetto molto noto agli astronomi: una nebulosa planetaria (Credit: ESO)
Un fantasma misterioso nei cieli? No, un oggetto molto noto agli astronomi: una nebulosa planetaria (Credit: ESO)

Uno spettacolo affascinante e, forse, in parte inquietante, con una sfera che sembra essere il fantasma di una stella giunta ormai al termine del suo ciclo vitale: è quella ottenuta grazie alla potenza del Very Large Telescope, collocato nel nord del Cile, e divulgata dall’European Southern Observatory qualche settimana fa nell’ambito del programma Gemme cosmiche dell’ESO.

La Nebulosa Civetta Meridionale

Protagonista del bellissimo scatto, in realtà, è la nebulosa planetaria catalogata come ESO 378-1, soprannominata Nebulosa Civetta Meridionale, che si trova nella costellazione dell’Idra: mai prima d’ora se ne era riusciti a realizzare un’immagine tanto accurata.

Si tratta di un oggetto cosmico destinato a vita breve (si fa per dire, dato che parliamo “appena” di qualche decina di migliaia di anni: certo, comunque pochissimi a fronte degli svariati miliardi di una stella) formato dal gas in espansione che viene espulso dalla stella morente. Effimero perché queste bolle svaniranno velocemente quando il gas che le forma si allontana, rendendo la stella centrale progressivamente più fioca.

Vita e morte di una piccola stella

Le stelle che originano queste spettacolari formazioni celesti devono avere la precisa caratteristica di avere massa inferiore di circa otto volte a quella del Sole: alle stelle più grandi, infatti, spetta una fine ancor più teatrale sotto forma di supernova.

Le più piccole, invece, perdono gli strati esterni del gas a causa dei venti stellari e, una volta dispersi questi, il nucleo caldo centrale inizia ad emettere radiazione ultravioletta, ionizzando il gas circostante: ed è proprio la ionizzazione che fa risplendere il gas di queste bolle in espansione, simili a silenziosi ectoplasmi cosmici.

Infine la nebulosa planetaria svanirà mentre la restante parte stellare brucerà ancora per un miliardo di anni prima che il carburante rimasto si esaurisca del tutto: resterà una nana bianca, piccola, calda e densissima che, nel corso di miliardi di anni, si raffredderà lentamente.

All’origine della vita

Gli oggetti come le nebulose planetarie risultano fondamentali per i processi di arricchimento chimico e, quindi, per l’evoluzione dell’Universo. Oggetti celesti del cenere sono responsabili della creazione di elementi come carbonio ed azoto, e di altri più pesanti, che poi vengono restituiti al mezzo intere stallare: da questi nasceranno nuove stelle, Pianeti e anche la vita.

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