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Il disastro ambientale in Russia forse causato da deposito con oltre 100 tonnellate di pesticidi

Le cause del disastro ambientale nella penisola della Kamchatka che ha causato la morte di moltissimi animali non sono ancora chiare, ma si comincia a pensare che sia coinvolto un deposito di pesticidi con oltre 100 tonnellate di sostanze chimiche interrate. Ispettori hanno trovato danni alle coperture e filo spinato tagliato, non si esclude dunque l’azione dolosa.
A cura di Andrea Centini
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Un polpo avvelenato dalla sostanza tossica. Credit: Anna Strelchenko
Un polpo avvelenato dalla sostanza tossica. Credit: Anna Strelchenko

Il disastro ambientale che si sta consumando sulla penisola della Kamchatka, in Russia, ha provocato la morte del 95 percento degli animali marini lungo le coste coinvolte, fino a una profondità di 10-15 metri. Numerose spiagge del Golfo di Avatchinski sono state invase da migliaia di carcasse, principalmente di molluschi (come gasteropodi, bivalvi e polpi), ricci di mare, stelle marine e crostacei, che non sono riusciti a fuggire dalla sostanza inquinante che li sta sterminando. Sono morti anche numerosi pesci e foche. Gli ambientalisti temono per la popolazione delle maestose aquile di mare di Steller, che sono endemiche di questa remota area della Russia orientale e si cibano di pesci.

Ad oggi le cause di questo disastro non sono chiare, ma le prime analisi e le rilevazioni condotte da navi ed elicotteri stanno iniziando a delineare i confini dell'accaduto. Secondo quanto dichiarato dall'Università Federale dell'Estremo Oriente, è stata identificata una enorme chiazza di materiale inquinante di colore verde scuro lunga 40 chilometri e larga alcune centinaia di metri, che si sta dirigendo compatta verso Sud, verso le isole Curili, contese tra Russia e Giappone. In precedenza attivisti di Greenpeace e del WWF-Russia, assieme ad alcuni residenti della zona, avevano fotografato ampi tratti di mare ricoperti da una schiuma densa e giallognola, che è stata trovata anche sulle spiagge e alla foce di un fiume.

In alcuni campioni di acqua inviati a Mosca, come riporta l'Agenzia di Stampa governativa russa Ria Novosti, sono state rilevate concentrazioni di fenolo di 2,5 volte superiore alla norma e di prodotti petroliferi fino a 3,6 volte, tuttavia gli scienziati non ritengono plausibile che siano state tali alterazioni a provocare una moria di animali così impressionante. Viene inoltre escluso lo sversamento di petrolio o di altri oli di origine petrolifera, poiché si ritiene sia coinvolta una sostanza trasparente e altamente solubile, in grado di inquinare l'intera colonna d'acqua; non sarebbero infatti morti così tanti animali e alghe che vivono nei fondali.

Tra le sostanze passate al vaglio degli esperti anche l'heptyl, un carburante utilizzato per i missili ed estremamente tossico. In zona c'è infatti un'installazione militare dove viene stoccato, e si è pensato che potesse esserci stata una perdita. Le analisi condotte fino ad ora su acqua e animali, tuttavia, non ne hanno rivelato le tracce, come confermato su facebook anche dal vicerettore dell'Università Federale dell'Estremo Oriente Dmitry Zemtsov. Una potenziale causa potrebbe essere un deposito di pesticidi chiamato "Kozelsky", dove dalla fine degli anni '70 sono state interrate ben 108 tonnellate di sostanze chimiche altamente tossiche. Secondo il governatore della Kamchatka Vladimir Solodov si tratta di una delle ipotesi più probabili; alcuni ispettori hanno trovato danni a una delle coperture del deposito e del filo spinato tagliato, pertanto non si esclude un'azione dolosa. I pesticidi potrebbero essere entrati in mare anche a causa di un cedimento sotterraneo, o per il contatto con una falda acquifera.

Al momento non ci sono ancora conferme sulle cause poiché non si conosce con esattezza la natura della sostanza coinvolta. È noto tuttavia che quaranta tra surfisti e residenti che passeggiavano lungo la spiaggia hanno accusato malesseri di vario genere, come mal di testa e vomito; in otto entrati in contatto con l'acqua hanno subito ustioni di primo grado alle cornee. Gli scienziati non escludono il coinvolgimento di un'improvvisa fioritura di alghe tossiche o attività sismica sottomarina in grado di liberare composti chimici, dunque una causa naturale, ma diversi indizi iniziano a suggerire l'intervento dell'uomo. Possibile anche uno sversamento da parte di un'azienda lungo uno dei fiumi che sfocia nel golfo. Si attendono i risultati delle analisi più approfondite e delle indagini per far piena luce sul disastro, dato che è stato già avviato un procedimento penale per disastro ecologico.

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