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Il Diavolo della Tasmania rischia l'estinzione a causa di una misteriosa malattia

Il più grande marsupiale carnivoro del mondo, il diavolo della Tasmania, animale reso popolare da uno dei personaggi della serie animata dei Looney Tunes, rischia l’estinzione a causa di una misteriosa malattia.
A cura di Cristian Basile
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Diavolo della Tasmania

La fauna australiana è tra le più singolari del mondo. Il suo lungo isolamento durato milioni di anni ha permesso l'evoluzione di molte specie autoctone e lo sviluppo di alcuni gruppi, come quello dei marsupiali, che anche se presenti in altre parti del mondo, come in America, hanno il loro maggiore centro di diffusione proprio nella grande isola australe. Proprio tra il gruppo dei marsupiali, mammiferi che terminano la gestazione dei propri cuccioli (che nascono ad uno stadio molto precoce di sviluppo) in una tasca addominale di pelle, uno dei più curiosi è quello conosciuto come diavolo della Tasmania, se non altro perchè è uno dei pochi carnivori di grandi dimensioni (precisamente il più grande) del genere marsupiale, reso famoso dalla serie animata dei Looney Tunes come compagno d'avventura del coniglio Bugs Bunny e dell'anatra Duffy Duck.

diavolo della Tasmania

Il diavolo della Tasmania (Sarcoophilus harrisii) è un carnivoro e predatore vorace, delle dimensioni di un piccolo cane (50 cm di lunghezza e 10 chili di peso) ma le sue abitudini aggressive e soprattutto i potenti suoni che emette fecero sì che i primi europei che arrivarono sull'isola lo soprannominassero "diavolo". E come prevedibile, proprio gli uomini furono i responsabili della loro quasi totale scomparsa: l'introduzione del cane domestico fece scomparire completamente il marsupiale dall'Australia relegandolo in Tasmania, la piccola e piovosa isola situata nel sudest della grande isola australe, che permise al povero diavolo di salvarsi dall'estinzione, sorte dalla quale non riuscì a sottrarsi il suo più stretto parente, la cosiddetta "tigre della Tasmania" (Thylacinus cynocephalus), il più grande marsupiale carnivolo che ha conosciuto l'uomo, estintosi a causa della caccia selvaggia nel 1934.

Il piccolo diavolo della Tasmania pur riuscendo a salvarsi fino ad oggi dal triste destino toccato al suo cugino maggiore, è uno degli animali a maggior rischio estinzione e questa volta, stranamente, potrebbe non esser colpa dell'uomo. Infatti, dagli anni '90, una malattia contagiosa ha dimezzato la popolazione dei diavoli che restano in Tasmania. Le poche decine di migliaia di esemplari contati sono a rischi per un male conosciuto come cancro facciale del diavolo della Tasmania (Devil Facial Tumor Disease). Per questo motivo un gruppo di studiosi statunitensi ed australiani ha effettuato un completo studio genetico del diavolo della Tasmania nel tentativo di trovare un modo per combattere la peste che sta sterminando questo marsupiale.

Diavolo Tasmania

[quote|left]|Immaginate se un cancro umano si diffondesse anche solo attraverso il contatto. Distruggerebbe rapidamente la nostra specie[/quote]Gli studiosi hanno sequenziato l'intero genoma dell'animale e studiato la variabilità genetica degli esemplari ancora in vita per stabilire se la consanguinetà può essere il fattore che fa propagare con così tanta facilità e che rende così mortale il cancro. Inoltre i ricercatori hanno studiato la struttura del tumore per capire meglio il perchè sia così contagiosa e mortale. La situazione del diavolo della Tasmania è così disperata che tutti gli sforzi si concentrano adesso per farlo riprodurre in cattività e lo studio genetico deve servire proprio per creare un nucleo di esemplari riproduttori che siano il più possibile diversi geneticamente.

"Immaginate se un cancro umano si diffondesse anche solo attraverso il contatto. Distruggerebbe rapidamente la nostra specie", ha detto uno degli autori dello studio, il prof. Schuster della Penn State University. Molto stranamente, infatti, il Devil Facial Tumor Disease pur essendo un cancro ha la capacità di trasmettersi attraverso il contatto come se fosse una malattia virale, in una combinazione letale che ha portato i ricercatori a decidere di isolare un buon numero di esemplari sani nella speranza di salvare dall'estinzione uno dei simboli dell'incredibile biodiversità australiana.

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