Il coronavirus ha colpito anche una tribù indigena che vive nell’Oceano Indiano
Il coronavirus ha colpito anche una tribù indigena che vive nell’Oceano Indiano. Secondo quanto riportato da Survival International, l’organizzazione che sostiene i popoli indigeni nel mondo, almeno 11 membri della tribù dei Grandi Andamanesi che vivono nelle Isole Andamane, in India, sono risultati positivi a Covid-19. “Le nostre fonti – ha dichiarato Sophie Grig, ricercatrice della Survival – hanno confermato che 11 Grandi Andamanesi sono risultati positivi a Covid-19 su una popolazione di poco più di 5 individui. Tre sono guariti e 8 ancora in ospedale”.
“È una notizia devastante” ha aggiunto Grig in un’intervista a IFLScience, ricordando che i Grandi Andamanesi sono già decimati da malattie cui non avevano immunità, introdotte dai coloni britannici negli Anni ’50 dell’Ottocento. “Come molte tribù, subirono perdite catastrofiche al primo contatto con gli stranieri”. Da una popolazione di 5.000 membri e 10 tribù diverse nel 1850, oggi sono un piccolo gruppo di appena 56 sopravvissuti che, tra l’altro, soffrono le conseguenze a lungo termine della colonizzazione. “La tubercolosi e l’alcolismo sono molto diffusi e potrebbero rendere la tribù particolarmente vulnerabile all’infezione da coronavirus – spiega l’organizzazione – . Nell’aprile di quest’anno, Licho, l’ultima persona in grado di parlare la lingua dei Grandi Andamanesi è morta dopo aver sofferto per anni di diversi problemi di salute, tra cui la tubercolosi che, nel tempo, era diventata una malattia cronica”. “È fondamentale – dice ancora Grig – che vengano compiuti tutti gli sforzi per fermare la diffusione del coronavirus ad altri Grandi Andamanesi e per proteggere i territori delle altre tribù delle Isole Andamane, impedendo che alche queste vengano infettate”.
Crescono infatti i timori sulla possibilità che il coronavirus possa raggiungere anche le altre tribù indigene che abitano le Isole Andamane, tra cui i Sentinelesi che vivono sulla piccola isola di North Sentinel. Sebbene questa popolazione non abbia avuto contatti con il resto del mondo dagli Anni ’90, rischia di entrare in contatto con i bracconieri che pescano illegalmente e cercano aragoste nell’area. In un’altra popolazione delle Isole Andamane, gli Jarawa che dal 1998 ha invece contatti pacifici con i coloni che abitano nei territori vicini, è emerso che all’inizio del mese cinque membri del personale assistenziale che lavora con la tribù erano risultati positivi a Covid-19. Finora, in tutto il territorio delle Isole Andamane sono stati registrati un totale di circa 3mila casi confermati di coronavirus e 37 morti su una popolazione di circa 400mila persone.
Il coronavirus ha già colpito duramente le tribù indigene del Sud America, in Brasile e Perù, tra cui alcune popolazioni dell’Amazzonia, come gli Arara del territorio di Cachoeira Seca. Lo scorso aprile, un ragazzo di 15 anni del gruppo indigeno dello Yanomani, in Brasile, è diventato il primo morto confermato di Covid-19 della tribù. Il mese scorso un piccolo gruppo di indios che vive in isolamento pare sia entrato in una comunità indigena nella regione occidentale dell’Amazzonia brasiliana, secondo quanto riferito da Cazuza, un leader di Terra Nova, la comunità indigena Kulina che vive sul fiume Envira. Notizie allarmanti dal momento che, come detto, le tribù isolate sono estremamente vulnerabili alle malattie comuni e, malgrado quella provocata dal nuovo coronavirus sia una nuova infezione, si teme che queste popolazioni possano essere devastate.