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Il contraccettivo ‘appiccicoso’ attira lo sperma per evitare le gravidanze

I ricercatori stanno testando un nuovo tipo di anticoncezionale “appiccicoso” che attira a sé lo sperma impedendo così la fecondazione.
A cura di Zeina Ayache
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La famiglia degli anticoncezionali potrebbe presto allargarsi. In un'ottica di prevenzione delle gravidanze senza l'utilizzo di ormoni, i ricercatori del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases fanno sapere di aver sviluppato un metodo contraccettivo, per ora testato solo sui topi, capace di attirare lo sperma evitando la fecondazione. Lo studio, intitolato “ZP2 peptide beads select human sperm in vitro, decoy mouse sperm in vivo, and provide reversible contraception”, è stato pubblicato su Science Translational Medicine.

In cosa consiste? I ricercatori hanno creato una sorta di “perline appiccicose” che si comportano come gli ovuli nell'utero e fanno in modo di attirare lo sperma per impedirgli di raggiungere i veri ovuli. Queste “perline”, per ora testate solo sui topi, riescono a svolgere il loro compito grazie ad una proteina chiamata ZP2 che si trova nella zona pellucida e che permette la penetrazione dello spermatozoo nell'ovocita. La zona pellucida invece è una membrana che avvolge l'ovulo e che contiene i recettori per gli spermatozoi.

In pratica, i ricercatori hanno replicato in laboratorio, con l'utilizzo di queste perline, ciò che avviene durante il concepimento, quindi che lo sperma riesce a riconoscere lo ZP2 presente nella zona pellucida e così facendo raggiunge l'ovulo e lo feconda. La differenza però è che ad attirare non sono gli ovuli, ma le perline, che quindi distraggono lo sperma ed evitano la gravidanza.

I ricercatori fanno sapere di aver già testato l'anticoncezionale sui topi e in nessun caso le femmine sono rimaste incinte. Inoltre il contraccettivo è risultato reversibile poiché ha perso efficacia con il passare del tempo.

Quanto scoperto, se per gli anticoncezionali umani ha importanza perché permette di andare a rinforzare i prodotti già esistenti se non crearne uno nuovo, può essere efficace anche nell'ambito della fertilizzazione in vitro poiché permetterebbe ai medici di scovare gli spermatozoi più attivi da selezionare per le fecondazione.

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