Il consumo di birra dipende anche dalla forma del boccale
Che sia una pinta o mezza, che si abbia sete o meno, sembra proprio che il consumo di alcolici possa essere influenzato anche dalla forma del boccale. A stabilirlo sono stati due ricercatori dell'Universtà di Bristol, in Inghilterra, che hanno condotto un esperimento su un campione di 160 persone di entrambi i sessi. Obiettivo dello studio è stata l'individuazione dei fattori ambientali che determinano la quantità di birra bevuta, poiché, se è vero che dalla metà degli anni Duemila nel Regno Unito si è assistito ad una riduzione dei consumi di alcolici, è altrettanto vero che sarebbe opportuna ulteriore morigeratezza.
I ricercatori, David Troy ed Angela Attwood del gruppo di ricerca "Tobacco and Alcohol" presso l'ateneo britannico, hanno presentato il proprio esperimento a Liverpool, in occasione della conferenza annuale della British Psychological Society. I 160 volontari, nessuno dei quali con precedenti di alcolismo, sono stati sottoposti a due test. Nel primo, il campione in esame veniva diviso in due gruppi: uno avrebbe consumato la propria birra da boccali ricurvi segnati, ossia con asticelle che indicavano la quantità di liquido residuo nel bicchiere (3/4, 1/2 e 1/4); il secondo gruppo si è trovato di fronte sempre bicchieri ricurvi, ma senza marcature. Il primo campione ha impiegato in media 10,3 minuti per vuotare il bicchiere, mentre il secondo 9,1.
Il secondo esperimento ha riguardato la forma dei boccali. Per due fine settimane sono stati osservati i clienti di tre pub che, per l'occasione, hanno accettato di diventare un laboratorio. In un weekend i locali adoperavano boccali ricurvi e nel successivo boccali dritti. Con grande sorpresa degli stessi gestori dei locali, l'uso dei bicchieri ondulati corrispondeva ad incassi maggiori del 24% rispetto a quelli registrati nel weekend dei boccali diritti. Il meccanismo che determinerebbe tale differenza è probabilmente psicologico, poiché il bicchiere ricurvo potrebbe rendere più difficile la capacità da parte del cliente di calcolare, seppure approssimativamente, la quantità di alcol bevuto. "Tuttavia – ammette Davi Troy – solo un numero ristretto di pub ha preso parte all'esperimento e per un periodo limitato. Il risultato va dunque inteso come preliminare e deve essere trattato con tutte le attenzioni del caso".