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Il cibo ci sta restringendo il cervello, mangiamo troppo e siamo tutti a rischio demenza

La dieta che seguiamo oggi implica un quantitativo di calorie decisamente superiore rispetto al passato, circa 650 kCal in più al giorno, tutto ciò, legato ad alimenti poco sani e a scarsa attività fisica, implica un incremento importante del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e danni alle funzioni cerebrali, con conseguente demenza e restringimento del cervello.
A cura di Zeina Ayache
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Dieta con pochi grassi
Dieta con pochi grassi

Al giorno d’oggi mangiamo molte più calorie rispetto a 50 anni fa e l’effetto del cibo sul nostro cervello è pericoloso: siamo infatti più a rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e un dannoso declino delle funzioni cognitive che porta a demenza e restringimento del cervello. Questo è quanto sostengono i ricercatori che, attraverso il loro studio, ci spiegano come la dieta attuale ci stia rovinando il cervello, ecco cosa c’è da sapere.

Cibo e demenza. Gli scienziati hanno calcolato che attualmente consumiamo 650 calorie in più ogni giorno rispetto al 1970, un quantitativo che però non smaltiamo con l’attività fisica, siamo infatti sempre più inattivi. Le abbondanti quantità di cibo, soprattutto di alimenti poco sani come le patatine fritte, gli hamburger e le bevande zuccherate, sono dannose per la nostra salute. Gli scienziati spiegano infatti esiste un legame diretto tra le cattive abitudini alimentari e la scarsa attività fisica e il rischio serio di sviluppare il diabete di tipo 2 e andare incontro a declino cognitivo, con conseguente demenza e restringimento del cervello.

Ci stiamo mangiando il cervello. Il report degli esperti spiegano che circa il 30% della popolazione mondiale è obesa o sovrappeso e più del 10% degli adulti soffrirà di diabete di tipo 2 entro il 2030. Quanto al diabete di tipo 2, sappiamo che è causa di un rapido deterioramento delle funzioni celebrali con danni che sono irreversibili: per questo è necessario intervenire sulla nostra dieta quando siamo ancora bambini, purtroppo però molti di noi scoprono di essere a rischio demenza quando ormai hanno superato i 60 anni e il tempo per la prevenzione è ormai finito. “Molto persone con demenza e altri sintomi di declino delle funzioni cognitive, come il restringimento del cervello, hanno incrementato il rischio nel corso della loro vita, attraverso malsane abitudini alimentari associate a scarsa attività fisica”, spiegano gli esperti che suggeriscono l’importanza di fare informazioni su questo argomento proprio perché non tutti sono a conoscenza dei rischi legati alle pessime abitudini alimentari.

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