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Il Cern annuncia: la “particella di Dio” potrebbe essere stata trovata

Domani la comunicazione ufficiale a Ginevra: ma la caccia al bosone di Higgs, che ha impegnato le più illustri menti scientifiche per mezzo secolo, potrebbe essere vicina a concludersi.
A cura di Nadia Vitali
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bosone di higgs

Alla fine, la gara tra Stati Uniti ed Europa per individuare per primi prove certe dell'esistenza della "particella di dio" (il nome, prevedibilmente, non piace tantissimo agli addetti ai lavori) sembrerebbe aver decretato vincitore il Vecchio Continente: al CERN è stata già allestita e prenotata per domani la sala delle grandi occasioni e "messo in fresco lo champagne" secondo i desideri espressi dallo stesso Peter Higgs, oggi ottantatreenne, in viaggio verso Ginevra dove gli sarà riservato un posto d'onore in prima fila nell'attesissima conferenza che si terrà domani, nel corso della quale verrà dato l'annuncio ufficiale. La particella elementare a cui si dà la caccia da mezzo secolo, quel bosone previsto dal Modello Standard di cui non è mai stata verificata sperimentalmente l'esistenza e a cui le più brillanti menti scientifiche hanno dedicato studi e carriera, sarebbe stata definitivamente scovata: anzi, è bene precisare che fortissimi indizi della sua esistenza lasciano ampio spazio alle più ottimistiche previsioni.

Certo, per conoscere tutti i dettagli di una delle scoperte più attese in assoluto dal mondo scientifico, sarà necessario attendere la comunicazione ufficiale di mercoledì che illustrerà le tappe di un lavoro di ricerca iniziato nel lontano 1964, con la teorizzazione del bosone da parte di Peter Higgs (come spesso accade con le idee geniali, si dice che tale ipotesi sia nata nella mente del fisico in maniera totalmente inaspettata e casuale, mentre passeggiava per i boschi) ed approdato fino al Large Hadron Collider, l'acceleratore di particelle costruito all'interno di un tunnel che corre per 27 chilometri tra il confine di Francia e Svizzera.

Tuttavia, gli inviti diramati a partire dall'Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare e un recente articolo di Nature dal titolo inequivocabile (Physicist find new new particle, but is it the Higgs?) costituiscono già una comunicazione ufficiosa. Si aggiungano a ciò i colleghi americani del Fermi National Acceleration Laboratory di Batavia, Chicago, che hanno già annunciato domenica di essere in possesso di prove in grado di rappresentare la "quasi certezza" dell'esistenza della famigerata particella attraverso l'analisi dei dati degli esperimenti condotti dall'acceleratore Tevatron (probabilmente in un tentativo di "battere sul tempo" i fisici al lavoro a Ginevra) e si comprende come la mole di indizi sia già tale da concedere a tutti di supporre che il bosone di Higgs sia stato definitivamente "catturato".

Non resta a questo punto, dunque, altro se non la trepidante attesa per domani, un'attesa condensata nei tanti interrogativi che si aprono di fronte alla sensazionale scoperta: saranno le caratteristiche del bosone di Higgs rispondenti al modello teorizzato oppure gli scienziati si ritroveranno costretti a rivedere una parte delle proprie conoscenze ed ipotesi? Quali dettagli radicalmente nuovi, sorprendenti, inaspettati o conformi a quando comunemente sostenuto dalla scienza fino ad ora presenterà la tanto inseguita "particella di dio"? Le risposte a tutti questi enigmi, a partire da mercoledì 4 luglio, dal Cern di Ginevra.

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