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Il cambiamento climatico presenta il conto: “250mila morti ogni anno”

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea i rischi dei cambiamenti climatici che, entro il 2030, porteranno alla morte di 250.000 morti ogni anno.
A cura di Zeina Ayache
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I dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sono allarmanti, si conta infatti che entro il 2030, ogni anno moriranno circa 250.000 persone a causa dei cambiamenti climatici. Una cifra che preoccupa e che non può essere ignorata, per questo in occasione della Seconda Conferenza Globale sulla Salute e il Clima, l'OMS ha voluto sottolineare i reali costi degli effetti del riscaldamento globale sul clima.

Innanzitutto bisogna chiarire che per vedere migliaia di persone morire a causa dei cambiamenti climatici non dobbiamo necessariamente aspettare il 2030. Già oggi infatti sono moltissime le vittime che si contano ogni anno, decessi provocati da epidemie e malattie come il colera e la dengue, o da eventi climatici devastanti, come forti ondate di calore o inondazioni. Per non parlare dei 7 milioni di morti all'anno a causa dell'inquinamento che provoca il cancro ai polmoni o gli ictus.

Certo, entro il 2030 la situazione sarà ancora più grave se non si interviene in tempo applicando le restrizioni previste dal COP21: 250.000 potrebbero essere le vittime ogni anno per malaria, diarrea, caldo eccessivo e malnutrizione, solo per citarne alcuni. In più a rischio, come è facile immaginare, saranno i bambini, le donne, gli anziani e in generale le persone più povere e meno fortune, costrette a vivere in condizioni di vita al limite della sopravvivenza.

Ciò che dovrebbe farci riflettere è che tutte queste morti potrebbero essere evitate, sono infatti il risultato del nostro impatto sul Pianeta, del nostro disinteresse per l'ambiente e per il mancato senso di misura. Riducendo infatti l'inquinamento antropogenico, quello cioè di cui noi siamo responsabili, è possibile incrementare l'aspettativa di vita dei più sfortunati. Per riuscirci però è necessario un piano di emergenza che le Nazioni devono poi mettere in atto al di là delle belle parole: investimenti e cambiamenti sono necessario sul piano dei trasporti e dell'organizzazione urbanistica, in modo da rendere le nostre città più ecoostenibili.

Insomma, l'obiettivo dell'OMS è quello di smetterla con le chiacchiere e iniziare a passare ai fatti perché il 2030 è dietro l'angolo e non abbiamo molto tempo per recuperare una situazione fortemente a rischio.

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