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Il calo delle emissioni durante il lockdown non ci salverà dal riscaldamento globale

Gli effetti della diminuzione dei gas serra e degli inquinanti ambientali in seguito alle restrizioni dovute alla pandemia di coronavirus avranno un impatto trascurabile sui cambiamenti climatici. Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change determineranno un calo di appena un centesimo delle temperature previste per il 2030.
A cura di Valeria Aiello
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Il calo delle emissioni durante il lockdown non ci salverà dal riscaldamento globale / credit: Geralt
Il calo delle emissioni durante il lockdown non ci salverà dal riscaldamento globale / credit: Geralt

Nonostante il lockdown dovuto all'emergenza coronavirus abbia rappresentato un’importante tregua in termini di emissioni di gas serra e inquinanti atmosferici, i benefici dei blocchi adottati dai diversi Paesi avranno un impatto minimo o quasi nullo sulla crisi climatica che il nostro pianeta si troverà ad affrontare. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change condotto dal Priestley International Centre for Climate dell’Università di Leeds, nel Regno Unito, che ha quantificato la variazione delle temperature determinata dal lockdown, calcolando che i gradi centigradi diminuiranno di appena un centesimo rispetto a quanto previsto per il 2030. In altre parole, gli effetti sul riscaldamento globale saranno trascurabili.

Il calo delle emissioni durante il lockdown non ci salverà dal riscaldamento globale

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno preso in considerazione i dati sulla mobilità resi disponibili da Google ed Apple osservando che, durante il lockdown, la mobilità è diminuita di almeno il 10% nella stragrande maggioranza delle nazioni monitorate e di almeno il 70-80% in venticinque nazioni, Italia compresa, con un riscontro in termini riduzione dell’inquinamento atmosferico nei dati satellitari e nelle rilevazioni terrestri.

La nostra analisi – scrivono nella loro indagine – indica che la riduzione delle emissioni ha raggiunto probabilmente il suo picco alla metà del mese di aprile 2020. I dati suggeriscono inoltre che le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) da combustibili fossili, così come le emissioni totali di ossidi di azoto (NOx), siano diminuite del 30% nello stesso mese di aprile in considerazione della riduzione dei trasporti di superficie. Tuttavia, non è stato rilevato un miglioramento significativo in termini di concentrazioni di anidride carbonica a causa della più lunga permanenza della CO2 nell’atmosfera che minimizza qualsiasi piccola variazione”.

Le riduzioni avranno quindi un’influenza minima sul riscaldamento globale che, secondo precedenti studi, farà registrare un aumento delle temperature di 0,2-0,9 °C entro il 2050. “L’effetto diretto della risposta globale dovuta alle restrizioni della pandemia – stimano i ricercatori – sarà trascurabile (0,01 °C ± 0,005 °C entro il 2030) se le politiche nazionali resteranno invariate. Al contrario, se le misure di ripresa economica saranno orientate verso approcci green e riduzione degli investimenti in combustibili fossili sarà possibile ridurre il riscaldamento globale di 0,3 gradi centigradi entro il 2050”.

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