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Ig Nobel 2016, tutti i premi alle ricerche improbabili

Tra i vincitori, anche la Volkswagen per aver scoperto come abbassare le emissioni inquinanti nell’atmosfera (truccando i test).
A cura di Nadia Vitali
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Grande festa il 22 settembre al Sanders Theatre dell'università di Harvard per la ventiseiesima edizione della cerimonia per l'assegnazione dei premi Ig Nobel, dedicati alle ricerche più assurde ed improbabili che poco, o niente, contribuiranno allo sviluppo umano. Come di consuetudine, presenti all'evento (tutt'altro che trascurabile, seppur a modo proprio, nella comunità scientifica) c'erano anche dei veri premi Nobel, i quali hanno consegnato le statuette ai vincitori: Dudley Herschbach (premio per la chimica nel 1986), Rich Roberts (fisiologia o medicina, 1993), Eric Maskin (economia, 2007), Roy Glauber (fisica, 2005), Jerome Friedman (fisica, 1990).

Vediamo, quindi, chi ha meritato per quest'anno tanto onore.

Giacché siamo in tema di fertility day, cominciamo con l'Ig Nobel per la riproduzione, assegnato postumo all'egiziano Ahmed Shafik per aver studiato l'effetto dei pantaloni in poliestere, cotone o lana sull'attività sessuale dei topi e per aver replicato l'esperimento su esseri umani di sesso maschile.

Il premio per l'economia è andato a tre ricercatori, della britannica University of Birmingham e della neozelandese Massey University, per uno studio che aveva come oggetto la valutazione che alcuni volontari facevano della personalità dei sassi e le potenziali applicazioni dei risultati nel campo del commercio e del marketing.

Il premio per la fisica è andato ad un gruppo internazionale di ricerca (Ungheria, Spagna, Svezia e Svizzera) per due interessanti indagini: la prima sul perché, a loro dire, i cavalli bianchi fossero più esposti alle punture dei tafani, la seconda sul perché le libellule sono fatalmente attratte dalle lapidi nere.

Ironia a dir poco pungente per l'assegnazione dell'Ig Nobel per la chimica, andato alla Volkswagen per aver risolto il problema dell'eccesso di emissioni inquinanti da parte delle auto producendo automaticamente ed elettromeccanicamente meno emissioni durante la fase di test delle vetture. Insomma, un bel premio ai test truccati. Contrariamente a quanto accade con tutti gli altri premiati, tutto sommato orgogliosi del titolo ricevuto, nessuno è venuto a ritirare questo premio.

L'Ig Nobel per la medicina è andato al gruppo di ricerca del professor Helmchen, dell'università di Lubecca, per aver scoperto che, se si ha un prurito sul fianco sinistro, guardandosi allo specchio e grattandosi sul fianco destro, questo passerà; la regola, ovviamente, vale anche al contrario.

Premio per psicologia ad un gruppo di ricerca che si è trovato di fronte al vecchio paradosso del mentitore, avendo intervistato un centinaio di bugiardi chiedendo quanto spesso essi mentissero, trovandosi poi nella difficile situazione di dover decidere se credere o meno a tali risposte.

L'Ig Nobel per la pace lo hanno meritato degli studiosi americani e canadesi per una ricerca relativa alle persone che recepiscono e condividono frasi e aforismi pseudo-profondi motivazionali e la maggiore probabilità che questi credano a teorie cospirative, paranormale e quant'altro; e, insomma, che siano meno intelligenti. Un esempio di una frase del genere? Cercatene sui social network.

Il premio per la biologia è andato ex aequo allo scrittore Charles Foster, per aver vissuto nella natura selvaggia, di volta in volta come una volpe, un cervo, un uccello, un tasso e una lontra; e a Thomas Thwaites, per avere creato delle protesi estensibili che consentono di muoversi come una capra, magari sui picchi erbosi dove gli animali si aggirano beatamente.

Ig Nobel per la letteratura andato allo svedese Fredrik Sjöberg per la sua autobiografia in tre tomi incentrata sul piacere personale dell'autore nel collezionare mosche morte e mosche non morte.

Il premio per la percezione è andato a due studiosi giapponesi per aver indagato nelle cause per cui, quando ci si abbassa e si guarda il mondo attraverso le gambe, gli oggetti appaiono in un modo differente.

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