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I veri effetti della musica triste sul nostro umore

Una ricerca congiunta tra studiosi britannici e finlandesi ha valutato lo spettro di emozioni scaturite dall’ascolto di musica triste, al fine di valutarne l’impiego in musicoterapia.
A cura di Andrea Centini
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Benché la musicoterapia abbia iniziato il proprio percorso come materia scientifica a partire dalla metà del 1700, grazie al medico musicista londinese Richard Brockiesby, il suo utilizzo nei riti a scopo terapeutico si perde in epoche assai più remote, un chiaro sintomo dell'importanza della musica e, più in generale, del suono, come strumento per lenire le pene dell'essere umano. Non è un caso che molte ricerche abbiano sondato gli effetti della musica su soggetti con problematiche di tipo neurologico e psichiatrico, come autismo, morbo di Alzheimer e ritardo mentale, tuttavia svariati studi si sono concentrati anche sulle emozioni che essa produce, avviando importanti scoperte in ambito psicologico. Una delle più vaste indagini del settore è stata effettuata dai ricercatori dell'Università di Durham (Regno Unito) e dell'Università di Jyväskylä (Finlandia), che in tre differenti fasi, condotte nei rispettivi paesi, hanno esaminato gli effetti della musica triste su 2.436 volontari, al fine di valutarne l'impiego nei processi di riabilitazione attraverso la musicoterapia.

Dallo studio, coordinato dal professor Tuomas Eerola, Docente di Cognizione musicale presso il Dipartimento di musica dell'università di Durham, è emerso che la maggior parte dei volontari ne ha apprezzato l'ascolto, mostrando una reazione di piacere o di benessere, tuttavia una parte significativa degli intervistati ha evocato esperienze dolorose, come la perdita di una persona cara, il divorzio o altre avversità sperimentate nella propria vita. “Le ricerche precedenti – ha sottolineato il professor Eerola – hanno evidenziato il notevole piacere che la musica triste produce quando si aggancia all'arte tragica, come ad esempio al cinema, ma vi sono persone che odiano con tutto il cuore la musica triste e ne evitano l'ascolto”. “Nella nostra ricerca – ha proseguito lo studioso – abbiamo voluto indagare sull'ampio spettro di esperienze che le persone hanno con la musica triste, cercando di capire quando possa essere opportuno ascoltarla o evitarla”.

Gli studiosi hanno scoperto che il senso di piacere legato all'ascolto di musica triste non è influenzato dal sesso o dall'età, tuttavia è emerso che nelle donne e nei soggetti più giovani prevalgono i forti sentimenti negativi, mentre nelle persone anziane si afferma una sensazione di tristezza “confortevole”. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica PLoS ONE.

[Foto di PublicDomainPictures]

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