video suggerito
video suggerito
Covid 19

I vaccini Covid a DNA attivati con impulsi elettrici generano alti livelli di anticorpi

Ricercatori del National Health Research Institutes di Taiwan hanno dimostrato che i vaccini contro il coronavirus SARS-CoV-2 basati su circoletti di DNA (plasmidi) e attivati tramite la tecnica dell’elettroporazione, ovvero il rilascio di un breve impulso elettrico, producono elevate concentrazioni di anticorpi in modelli animali e li proteggono dalla COVID-19.
A cura di Andrea Centini
129 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

I vaccini contro il coronavirus SARS-CoV-2 hanno strappato diversi primati nella storia della medicina, dei quali due piuttosto significativi: da una parte sono stati infatti sviluppati e approvati per l'uso di emergenza in tempi record, pur avendo rispettato tutta la trafila della sperimentazione preclinica e clinica, dall'altra hanno spalancato le porte a una nuova tecnologia, quella dei primi vaccini a RNA messaggero (mRNA). Stiamo parlando del BNT162b2/Tozinameran (nome commerciale Comirnaty) di Pfizer e BioNTech e dell'mRNA-1273 (o CX-024414) sviluppato dall'azienda biotecnologia Moderna Inc., in collaborazione con il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) e la Biomedical Advanced Research and Development Authority. In parole semplici, si basano su nanoparticelle lipidiche che trasportano l'informazione genetica della proteina Spike del coronavirus all'interno dell'RNA messaggero, che spinge le nostre cellule a produrla e a innescare i meccanismi immunitari. Nei trial clinici e nel mondo reale hanno dimostrato di avere un'altissima efficacia. Un nuovo studio ha determinato che anche i vaccini a DNA attivati con l'elettroporazione possono essere altrettanto efficaci contro la COVID-19, l'infezione provocata dal patogeno pandemico.

A determinare che anche i vaccini a DNA sono validi quanto quelli a mRNA (almeno nella fase preclinica) è stato un team di ricerca cinese guidato da scienziati del National Institute of Infectious Diseases and Vaccinology – National Health Research Institutes di Taiwan, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Graduate Institute of Biomedical Sciences della China Medical University e del College of Medicine della Kaohsiung Medical University. Gli scienziati, coordinati dai professori Shih-Jen Liu e Hsin-Wei Chen, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver testato i nuovi vaccini sperimentali nei criceti siriani. Dopo averli immunizzati, hanno osservato una robusta produzione di anticorpi contro la proteina S o Spike del SARS-CoV-2, il “grimaldello biologico” sfruttato dal patogeno per legarsi alle cellule umane, invaderle e avviare replicazione e infezione. Le concentrazioni di anticorpi hanno raggiunto il picco massimo dopo 2 mesi ma sono rimasti “relativamente alti alla settimana 20”, scrivono gli autori dello studio in un comunicato stampa. I criceti sono stati immunizzati con due dosi (il richiamo a 21 giorni dal primo) e sono stati esposti al coronavirus SARS-CoV-2, risultando protetti dalla malattia a differenza dei criceti del gruppo di controllo. Il vaccino è stato somministrato attraverso plasmidi (circoletti di DNA) “attivati” grazie alla tecnica dell'elettroporazione, una un impulso elettrico che stimola il meccanismo immunitario. Il vaccino anti Covid italiano di Takis Biotech si basa su una tecnologia analoga.

I vantaggi principali di un vaccino a DNA rispetto a uno a RNA messaggero risiedono nei costi e nei tempi di produzione inferiori, oltre alla maggiore stabilità termica che non richiede bassissime temperature per la conservazione. “Il vaccino a DNA è termicamente stabile, non è necessaria la catena del freddo e può indurre un alto livello di titoli anticorpali neutralizzanti a lunga durata contro SARS-CoV-2”, hanno dichiarato gli autori dello studio. “Il vaccino a DNA conferisce un'efficacia protettiva contro l'infezione da SARS-CoV-2 nei criceti siriani, un modello animale che sviluppa una grave malattia COVID-19”, hanno concluso gli scienziati. Anche i vaccini Vaxzevira di AstraZeneca e l'Ad26.COV2.S/JNJ-78436735 di Johnson & Johnson/Janssen Pharmaceutica si basano sul DNA per trasmettere l'informazione genetica della proteina Spike, ma non sfruttano l'elettroporazione e vengono consegnati con un adenovirus. I dettagli della ricerca “DNA vaccination induced protective immunity against SARS CoV-2 infection in hamsterss” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PLOS Neglected Tropical Diseases.

129 CONDIVISIONI
32831 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views