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I soldi scarseggiano e il cibo peggiora: ‘rovinata’ la dieta mediterranea al Centro e Sud

La crisi economica ci ha costretti a peggiorare le nostre abitudini alimentari: un italiano su cinque mangia meno e peggio.
A cura di Zeina Ayache
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La crisi economica degli ultimi hanno ha ‘rovinato' anche la dieta mediterranea al Centro e nel Sud Italia: il minor potere di acquisto ha infatti portato gli italiani a ridurre le quantità di cibo e la qualità. Di fatto, la crisi ha cambiato in peggio l'alimentazione degli italiani. La notizia arriva dai ricercatori dell'Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia) che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sul Journal of Public Health.

Dieta mediterranea e salute. Ormai è riconosciuto a livello globale l'effetto positivo della dieta mediterranea sul nostro corpo, il regime alimentare più conosciuto deve essere dunque preservato: cosa che non siamo riusciti a fare a causa della crisi economica degli ultimi anni. Secondo i ricercatori infatti “alla domanda se negli ultimi 5 anni queste fossero cambiate per ragioni economiche, ha risposto sì il 21,2%”.

Gli italiani colpiti. Marialaura Bonaccio, epidemiologa dell'Istituto neurologico mediterraneo Neuromed che ha condotto lo studio, ci spiega che i ricercatori sono “andati a vedere nel dettaglio chi fossero gli italiani inclusi in questa percentuale, prendendo in considerazione fattori come lo status socioeconomico, il livello di istruzione, il reddito familiare, l'occupazione, ma anche indicatori particolari come le conoscenze sulla nutrizione”. Le ricerche hanno dimostrato che il peggioramento delle abitudini alimentari è risultato maggiore al Centro e nel Sud Italia, tra persone con un livello di istruzione più basso, con un reddito familiare medio-basso, disoccupati e lavoratori manuali: uno su cinque ha dichiarato di aver modificato la proprio dieta a causa delle difficoltà economiche.

Quantità e qualità. Non solo quantità, ma anche qualità: gli esperti si erano sbagliati, la crisi non ha portato ad una riduzione degli alimenti non proprio benefici come prodotti lavorati e carne rossa, ma ad una diminuzione generale a favore di pasta, pane e riso. L'alimento al quale si è scelto di rinunciare di più è stato il pesce: il 68% della popolazione dichiara di essere stato costretto a mangiarne di meno.

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