I saponi antibatterici sono nocivi in gravidanza? Nessuno studio lo dimostra
Secondo alcuni articoli pubblicati recentemente in diverse testate le madri in gravidanza dovrebbero evitare l'uso di saponi antibatterici, i quali conterrebbero dosi nocive di Triclocarban (Tcc). Non è la prima volta che questa sostanza finisce nel mirino assieme al Triclosato (Tcs), al solito questo si deve soprattutto ad una cattiva lettura di studi scientifici in merito. Se in passato queste sostanze venivano considerate cancerogene già in dosi normali, oggi si rilancia sostenendo che possano causare obesità e altri problemi nello sviluppo dei bambini.
I precedenti attacchi infondati
Nel 2014 diverse marche di dentifrici erano finite nel mirino sulla base di studi vagamente citati, quando poi si arriva ad analizzarli direttamente si evince che non dicono quanto compreso dagli autori allarmisti in Rete. Nel 2016 torna l'allarme, stavolta la cosa sembra seria visto che la Fda (l'ente federale che monitora alimenti e sostanze chimiche negli Usa), avrebbe bandito diversi prodotti contenenti Tcs e Tcc. Non di meno, approfondendo la direttiva dell'ente americano scopriamo che questa decisione dipende dalla scarsità di studi in grado di dimostrarne l’efficacia come antibatterici. Un'ultima perla riguarda la curiosa diatriba tra saponi liquidi e solidi. I primi sarebbero più sicuri, mentre i secondi potrebbero addirittura arrecare danni, anche in questo caso abbiamo a che fare col travisamento di studi reali che volevano dimostrare tutt'altro.
Cosa dimostra lo studio sul Tcc
La ricerca di cui ci occupiamo stavolta è stata pubblicata su PlosOne e riguarda i topi. Lo studio avrebbe dimostrato che il Tcc viene trasferimento efficacemente dalle madri alla prole, sia attraverso la placenta che con l'allattamento. I composti correlati al Tcc sono stati rilevati nei tessuti dei cuccioli con concentrazioni significativamente più elevate nel cervello, nel cuore e nel grasso. Il trasferimento dalla madre alla sua discendenza è correlato ad un aumento di peso rispetto ad un gruppo di cavie non esposto tra l'11% e l'8,5%. Lo studio "suggerisce" la presenza di alterazioni nei geni coinvolti nel metabolismo lipidico dei soggetti di sesso femminile. La somministrazione è avvenuta mediante acqua contaminata. Come si spiega nello studio il Triclocarban (Tcc) è tra i 10 più comuni contaminanti rilevati in concentrazione e frequenza nelle acque di scarico americane. La sua presenza e la propensione al bio-accumulo hanno sollevato dubbi sui potenziali effetti endocrini e nello sviluppo.
Nessuno studio incrimina i saponi antibatterici
In conclusione nello studio, usato come fonte negli articoli che vogliono allarmare le donne in gravidanza contro i saponi antibatterici, si parla in realtà di dosi presenti normalmente nell'acqua di scarico, riscontra un trasferimento di tali sostanze senza dimostrarne un collegamento con delle patologie – si limita solo a "suggerire" alterazioni nei geni coinvolti nel metabolismo lipidico femminile e nell'incremento di peso – oltretutto stiamo parlando di topi, non di esseri umani, per i quali non esistono studi analoghi. Anche ammettendo che questo studio possa ritenersi valido per le persone, tratta della assunzione di acqua contaminata, non di saponi, questi vengono menzionati una volta sola nell'introduzione:
Triclocarban (TCC) is an antimicrobial found in many personal care products including deodorants and antibacterial soaps, and is a common contaminant in wastewater.
Si vuole spiegare in che modo il Tcc abbia contaminato le "acque di scarico", in quanto presente in molti prodotti antibatterici.