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I ricercatori della Cornell University: attenzione, il vostro Dna non vi appartiene

Secondo due ricercatori della Cornell University di New York il 99,999% dei frammenti più brevi di Dna è stato brevettato.
A cura di Redazione Scienze
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Non è una novità, la scienza, risolvendo problemi, può aprire nuovi spazi di conflitto tra interesse privato e interesse pubblico. Nell'era della genetica, la posta in gioco non è mai stata forse così alta. Il 15 aprile, la Corte suprema degli Stati Uniti deve esprimersi sulla brevettabilità dei geni Brca1 e Brca2, "naturali", nel nostro DNA per nascita, eppure isolati in laboratorio dalla Myriad Genetics, società che, nell'attesa della sentenza, ne detiene i brevetti. La Corte Suprema dovrà esprimersi sull'ingegnosità della ricerca e, appuratane l'originalità e l'imprescindibilità ai fini dell'isolamento dei due geni, confermare la proprietà dei brevetti e stabilire se questi si estendono alle catene di Dna contenute all'interno e che, secondo i due ricercatori, svolgono funzioni diverse da Brca1 e Brca2.

La mutazione di Brca1 e Brca2 può accrescere il rischio di tumore al seno, una caratteristica che palesa il rilievo pubblico del nostro genoma. Due ricercatori della Cornell University di New York hanno pubblicato uno studio sul tema su Genome Medicine, sollevando il problema nella speranza di poter sensibilizzare l'opinione pubblica in vista della sentenza del 15 aprile sulla Myriad Genetics. Christopher Mason, uno degli autori dell'articolo, sottolinea l'urgenza di una sentenza anti-brevetti:

Se si concede che questi diritti di proprietà siano esercitati è a rischio la nostra "libertà genomica". E proprio nel momento in cui si sta entrando nell'era della medicina personalizzata, ironicamente abbiamo le maggiori restrizioni sulla genetica. Bisogna chiedersi come farà il mio medico curante a "guardare" il mio Dna senza rischiare di violare un qualche brevetto.

Lo studio dei due ricercatori si concentra sugli oltre 40.000 brevetti depositati. Secondo gli studiosi i brevetti sui frammenti lunghi di Dna coprono il 41% del genoma umano, quelli sui frammenti più piccoli ne arrivano a coprire il 99,999%. Una tendenza preoccupante, secondo gli studiosi, che interessa di più l'ufficio brevetti statunitense che il corrispettivo europeo. Christopher E. Mason intanto avvisa: "Se questi [sui geni Brca1 e Brca2, ndr] brevetti saranno rinforzati, avremo perso la nostra libertà genetica".

[Foto di Stuart Caie]

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