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I problemi della giovane Terra con il campo magnetico

Uno studio dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics ha indagato nel passato del nostro Pianeta osservando una stella che dista circa 30 anni luce.
A cura di Nadia Vitali
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Credit: M. Weiss/CfA
Credit: M. Weiss/CfA

Circa quattro miliardi di anni fa, le prime forme di vita iniziarono a germogliare sulla Terra: il nostro pianeta, del resto, si prestava perfettamente allo scopo, con le sue superfici rocciose, le sue acque liquide, la sua "protettiva" atmosfera. Ma la comparsa della vita va ricondotta anche ad un altro elemento, fondamentale almeno quanto gli altri: la presenza di un campo magnetico, anch'esso protettivo, il quale giocò un ruolo chiave nel rendere accogliente il Pianeta.

La stella Kappa Ceti

Ad evidenziarlo è un nuovo studio condotto su una giovane stella chiamata Kappa Ceti, curato da Jose-Dias Do Nascimento dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e pubblicato dall'Astrophysical Journal Letters. Kappa Ceti, a circa 30 anni luce di distanza da noi nella costellazione della Balena, presenta molte caratteristiche che la rendono simile a come doveva essere il nostro Sole da giovane: ha un'età compresa tra i 400 e i 600 milioni di anni, il che coincide con il periodo di rotazione stimato. Approssimativamente, quindi, si trova in una fase della sua vita che coincide con quella del Sole nel momento in cui comparve la vita sulla Terra ed è per questo motivo che potrebbe fornire interessanti informazioni relativamente alla storia del nostro Sistema Solare.

Venti stellari

Come spesso accade per gli oggetti stellari della sua età, Kappa Ceti è molto attiva dal punto di vista magnetico e la sua superficie si presenta ricca di macchie stellari, simili a quelle solari ma più grandi e numerose. Kappa Ceti emette un flusso praticamente stabile di plasma, o di gas ionizzati, nei dintorni spaziali: i ricercatori hanno stabilito che questo vento stellare risulta essere più forte del nostro vento solare di circa 50 volte.

Un vento stellare del genere potrebbe strappare addirittura via l'atmosfera in un pianeta con un campo magnetico trascurabile o addirittura assente, un po' come è accaduto a Marte che, di conseguenza, si è trasformato in un luogo freddo, asciutto e desertico.

Esordi turbolenti per la Terra

Il gruppo ha realizzato dei modelli del forte vento stellare di Kappa Ceti, cercando di comprendere quali potrebbero essere i suoi effetti su una giovane Terra. Il campo magnetico dell'epoca, secondo i ricercatori, avrebbe dovuto essere analogo o leggermente più debole di quello moderno. Ne è risultato che, in quella fase così remota della nostra storia planetaria, la nostra Terra era ben protetta ma, in ogni caso, meno di oggi: la magnetosfera, infatti, doveva corrispondere a circa un terzo o la metà di quella odierna.

Super-brillamenti nel passato solare

Kappa Ceti ha rivelato agli studiosi anche le tracce dei suoi super-brillamenti, enormi eruzioni in grado di rilasciare un'energia superiore dalle 10 alle 100 milioni di volte rispetto al più grande brillamento osservabile sul Sole; qualcosa che potrebbe strappare via agevolmente l'atmosfera di un pianeta. Osservando la stella remota, i ricercatori puntano a scoprire qualcosa sul turbolento passato del Sole: con quale frequenza avvenivano fenomeni del genere, quando era ancora una giovanissima stella?

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