I panda ci salveranno dai superbatteri?
Da oggi abbiamo una ragione in più per amare i panda. I teneri, goffi e placidi mammiferi sempre a rischio di estinzione potrebbero rivelarsi i nostri futuri salvatori nell’eventualità sempre più probabile di una pandemia ad alto tasso di mortalità nei prossimi anni o decenni. Un rischio connesso al rapido evolversi di nuovi ceppi di “superbatteri”, in grado di resistere agli attuali antibiotici in circolazione, anche ai più potenti, a causa del meccanismo di selezione naturale che rende immuni le nuove generazioni di batteri, ormai assuefatti all’uso indiscriminato che facciamo degli antibiotici. Una ricerca condotta da scienziati cinesi presso il Dipartimento di scienze della vita dell’Università di Nanjing rivela infatti che nel sangue dei panda giganti scorre un potente antibiotico naturale, capace di distruggere batteri e funghi e assicurare a questa specie un invidiabile sistema immunitario. Isolando e riproducendo questa sostanza, potremmo presto produrre nuovi antibiotici da utilizzare quando i superbatteri cominceranno a diffondersi tra gli esseri umani.
Un peptide nel sangue dei panda – La sostanza si chiama catelicidina-AM, un peptide variante della comune catelicidina, proteina già nota per le sue capacità antibiotiche. Niente paura: non dovremmo dissanguare i poveri panda, ormai ridotti ad appena 1600 esemplari in natura, per ottenere il prezioso composto biochimico. Basterà, assicura Xiuwen Yan, a capo del gruppo di ricerca, sintetizzare artificialmente in laboratorio la proteina. Cosa che gli scienziati sanno già fare, decodificando i geni deputati alla sua produzione. “I peptidi antimicrobici prodotti dai geni giocano un ruolo importante nell’immunità innata contro microrganismi nocivi”, spiega Xiuwen Yan. “E causano molto meno resistenza ai farmaci da parte dei microbi rispetto agli antibiotici convenzionali”. Proprio quello che fa per noi!
La ricerca di antibiotici naturali – I panda giganti producono la catelicidina-AM all’interno delle cellule immunitarie del loro sangue. Rispetto alle più di sei ore necessarie con i comuni antibiotici, la sostanza riesce a uccidere i batteri in meno di un’ora. Cosa che ne suggerisce anche un futuro impiego come antisettico per disinfettare superfici e oggetti. Ma questo è solo l’inizio. Migliaia di scienziati lavorano oggi alla ricerca di antibiotici naturali non ancora scoperti, calandosi nelle profondità di grotte inesplorate o analizzando sostanze prodotte dagli animali, come il muco delle lumache. Non sempre, insomma, si tratta di un lavoro piacevole come avere a che fare con i panda. “Più di mille peptidi antimicrobici sono stati trovati in animali, piante e microrganismi”, spiega Yan al britannico The Telgraph. Sarebbe davvero ironico se a salvarci dalla prossima pandemia batterica fossero proprio i panda che abbiamo condotto sull’orlo dell’estinzione.