I nonni in Italia vivono sempre peggio: colpa della riforma delle pensioni
Paese difficile, l'Italia, anche per gli over-60. A confermarlo è il Global AgeWatch Index, ossia l'indice ideato da HelpAge International, in collaborazione con l'University of Southampton, che valuta la vivibilità dei singoli paesi per le persone anziane. L'Italia crolla dalla 27a posizione del 2013 alla 39a del 2014: una discesa di ben dodici posizioni causata per lo più dalla revisione del sistema pensionistico e dai dati sulla povertà. Le variabili che concorrono a posizionare nella classifica in ognuno dei 96 paesi presi in considerazione si raggruppano in quattro voci: Sicurezza economica, Salute, Impiego ed Educazione, Potenzialità offerte dall'ambiente sociale (rispettivamente: Incoming security, Health status, Capability: Employment and Education, Enabling Environment).
L'Italia riesce a raggiungere la top-10 soltanto in riferimento alla salute, che colloca il nostro paese al sesto posto soprattutto grazie all'elevata speranza di vita. E se nell'insicurezza economica siamo scesi al venticinquesimo posto – che rappresenta il valore maggiormente cambiato (e in negativo) rispetto all'anno precedente – ciò in cui andiamo veramente male sono in possibilità di reimpiego ed istruzione (69a posizione) e potenzialità dell'ambiente sociale (74). Ai primi posti della classifica troviamo invece sopratutto i paesi del nord, dal primo al quarto: Norvegia, Svezia, Svizzera e Canada.
La popolazione mondiale tenderà sempre di più ad essere composta da una parte crescente di over-60, sia per effetto dell'allungamento della speranza media di vita, sia per la riduzione della natalità nei paesi occidentali. Secondo lo studio, entro il 2050 il 21% della popolazione mondiale avrà oltre i 60 anni, contro il 12% dei giorni nostri. Nei paesi economicamente sviluppati la soglia del 20% è stata già abbondantemente superata: in Italia gli over-60 rappresentano il 27,4% della popolazione. Per il 2050 saranno il 38,7%.