I malati di tumore vivono di più in Italia che nel resto del continente
I pazienti italiani malati di tumore vivono più a lungo dei concittadini europei nello stesso stati di salute. A 5 anni dalla diagnosi della malattia il 52,3% dei malati italiani c'è e combatte, contro la media europea del 46,5%. Un risultato che rappresenta un riconoscimento importante per il sistema sanitario del Belpaese, ma di fronte al quale non bisogna fermarsi troppo a lungo in un vano esercizio di autocompiacimento. E' anzi importante proseguire nella ricerca per "affrontare le neoplasie con maggiore incisività". A premere sull'acceleratore è Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di oncologia medica del Regina Elena di Roma e presidente di Insieme contro il cancro, fondazione voluta da Aiom (Associazione italiana oncologia medica) e Aimac (Associazione italiana malati di cancro, parenti e amici).
Insieme contro il cancro – spiega ancora Cognetti – "rappresenta una novità assoluta nel panorama oncologico italiano ed europeo, perché per la prima volta clinici e pazienti sono uniti in una lotta globale contro il cancro" che si svilupperà in tre punti: "maggiore collaborazione tra i medici e i pazienti", campagna di informazione e prevenzione e "uniformando ed elevando gli standard assistenziali e promuovendo la ricerca biologica e biomolecolare per i tumori". L'obiettivo, conclude Franco De Lorenzo, vicepresidente della fondazione, è "far superare all'Italia lo stigma che il cancro è sinonimo di morte".
Il ministro della salute Beatrice Lorenzin sottolinea il rapporto tra tendenze demografiche e cancro, che diventerà, "per effetto dell'invecchiamento della popolazione, un'emergenza, che deve essere affrontata globalmente". Oltre al "pieno appoggio per la mission della fondazione", la Lorenzin garantisce la presenza dello stato: "la lotta contro il cancro è una priorità per il Sistema sanitario nazionale".