I litigiosi muoiono prima (e non solo di infarto)
"Non ti arrabbiare, ché ti fa male", non è solo il consiglio cortese di chi vuol distoglierci dai problemi, ma un vero e proprio parere medico, stando a quanto pubblicato dal Journal of Epidemiology & Community Healthun. Un team di ricerca guidato da Rikke Lund dell'Università di Copenaghen ha stabilito una correlazione tra mortalità e litigiosità studiando il comportamento di quasi novemila persone di entrambi i sessi e di età compresa tra i 36 e i 52 anni. I dati sono stati forniti dal Danish Longitudinal Study on Work, Unemployment and Health, uno studio realizzato tra il 2000 e il 2o11. Secondo gli esperti danesi, dunque, chi tende ad essere irascibile e con una spiccata tendenza a litigi ripetuti. Un temperamento particolarmente polemico potrebbe addirittura triplicare la possibilità di una morte prematura e non necessariamente per malori cardiovascolari. I dati presi in esame, infatti, rilevano anche una correlazione tra irascibilità e tumori, il che allontana decisamente l'ipotesi sulla causalità dall'accesso di rabbia e dal possibile conseguente attacco di cuore.
Una possibile interpretazione potrebbe essere data dalla lettura di questi dati con la lente di precedenti studi che avevano già evidenziato il ruolo del cortisolo, un ormone associato allo stress che porta non solo all'aumento della pressione arteriosa, ma anche ad infiammazioni croniche che creano spesso un ambiente favorevole all'insorgenza dei tumori. Ma al di là della causa strettamente biologica, bisogna analizzare anche i fattori sociologici, tanto più che – come ricordano i dati della stessa ricerca – sullo stress agiscono circostanze sociali tali che ad esempio fanno dei disoccupati soggetti maggiormente a rischio di rabbia e morte prematura. Chi infatti ha problemi di stress, tendenzialmente sottostima l'importanza di controlli medici finendo dunque per ignorare i sintomi di malattie anche mortali.
[Immagine di Jan Tik]