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I lemuri sono diventati strani perché soffrivano la fame

Dopo aver analizzato le concentrazioni di azoto presenti nella frutta di tutto il mondo, ricercatori della Oxford Brookes University hanno scoperto che quella del Madagascar ha quella più bassa. È a causa di questa carenza che i lemuri sono così strani e particolari.
A cura di Andrea Centini
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A rendere i lemuri così strani e particolari è stata la povertà di azoto nella frutta del Madagascar, una carenza proteica che li ha costretti ad adattarsi a modelli alimentari e comportamentali molto differenti da quelli degli altri primati. Non a caso vengono scherzosamente chiamati i “cugini strani”, poiché pur appartenendo allo stesso gruppo dell'essere umano e delle scimmie antropomorfe, come i gorilla e gli scimpanzé, si tratta di animali indubbiamente curiosi e particolari. Il loro nome non a caso è stato tratto da quello degli spiriti della notte nella mitologia romana (lemures), a causa dei caratteristici occhioni ‘spiritati' che si accendono come piccoli fari nel cuore della notte.

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Il loro aspetto curioso e i comportamenti peculiari sarebbero stati plasmati dalle disponibilità alimentari in Madagascar, dove vivono. Lo ha determinato un team di ricerca della Oxford Brookes University, dopo aver analizzato le concentrazioni di azoto (un elemento fondamentale per le proteine) nei frutti provenienti da 62 siti forestali di tutto il mondo. I ricercatori guidati dal professor Giuseppe Donati hanno infatti scoperto che la frutta malgascia è quella più povera di tutte. Sarebbe proprio a causa di questa carenza che la maggior parte dei lemuri, a differenza degli altri primati del mondo, ha concentrato la propria alimentazione sulle foglie e non sulla frutta, troppo poco nutriente. Ciò ha prodotto comportamenti, sviluppi sociali e cognitivi completamente differenti da quelli degli altri primati, rendendo ancor più affascinanti – e purtroppo fragili – queste magnifiche e isolate creature.

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I lemuri, come specificato, vivono solamente in Madagascar e in alcune piccole isole limitrofe, dove sono rimasti confinati e protetti per milioni di anni, in seguito alla separazione dall'antenato comune dal quale siamo originati anche noi. Non avendo altre specie con cui competere, essi hanno occupato tutte le nicchie ecologiche disponibili, diversificandosi in numerose e affascinanti specie. Oggi ne sopravvivono circa un centinaio, e sono praticamente tutte a rischio estinzione. Ci sono alcuni lemuri che pesano appena 30 grammi, come il microcebo pigmeo o microcebo di Peters (Microcebus myoxinus); altri, alla stregua del grande indri (Indri indri), intonano curiosi e inconfondibili canti che mettono la pelle d'oca. Altri ancora riposano nelle caverne, spazzano via l'odore dei rivali utilizzando la coda, vanno in letargo o vivono in sconfinate foreste di piante spinose, dove balzellano da una parte all'altra su due zampe in cerca di delicatissimi germogli, che consumano per tutto il giorno. Sono dunque animali misteriosi e primitivi, che devono moltissimi dei proprio adattamenti proprio all'isolamento e al cibo disponibile. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su Scientific Reports.

[Foto di Andrea Centini]

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