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I gemelli non si distinguono tra loro: l’Italia vince l’Ig Nobel, premio per studi bizzarri

Un team di ricerca romano ha conquistato l’Ig Nobel 2017 per la Psicologia grazie a uno studio sui gemelli monozigoti, che hanno difficoltà a distinguere il proprio volto da quello del fratello.
A cura di Andrea Centini
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Tra i vincitori degli ironici Ig Nobel 2017 figura anche un team di ricerca italiano, che ha conquistato il premio per la Psicologia grazie a una ricerca sui gemelli che hanno difficoltà a distinguere il proprio volto da quello del fratello. Si tratta di un'equipe della Fondazione Santa Lucia di Roma e dell'Università Sapienza composta dai ricercatori Matteo Martini, Ilaria Bufalari e Maria Antonietta Stazi, sotto la guida del professor Salvatore Aglioti. Lo studio che gli è valso il riconoscimento, chiamato “Is That Me or My Twin? Lack of Self-Face Recognition Advantage in Identical Twins”, è stato pubblicato nel 2015 sulla prestigiosa rivista scientifica PloS ONE. L'indagine ha dimostrato che i gemelli monozigoti, osservando un'immagine, hanno una certa difficoltà a riconoscere il proprio volto da quello del fratello. L'Ig Nobel per la Psicologia è stato ritirato da Ilaria Bufalari e Matteo Martini, giunti al Sanders Theatre della prestigiosa Università di Harvard (Boston) per la cerimonia. A premiare i vincitori, entusiasti del riconoscimento, dei veri premi Nobel come vuole la tradizione; il fisico Roy Glauber e i due economisti Eric Maskin e Oliver Hart. I due ricercatori italiani nei prossimi giorni potranno discutere i risultati del proprio studio al MIT, davanti al pubblico.

L'Ig Nobel non è altro che un riconoscimento a ricerche particolarmente curiose, grottesche e divertenti, ma tutte caratterizzate da fondamento scientifico. Del resto sono sempre accompagnate da articoli pubblicati su riviste specializzate. Scopo di questi premi, il cui nome deriva dalla fusione dei termini Nobel (il riconoscimento più ambito per uno studioso) e ignobile, non è infatti ridicolizzare gli autori delle ricerche – che spesso si candidano addirittura da soli -, ma far avvicinare il grande pubblico alla Scienza, grazie alla leggerezza e alla grande dose di autoironia che caratterizza l'evento, a partire dalla cerimonia. Basti pensare che in palio c'è un'altisonante banconota da 10 trilioni di dollari dello Zimbawe, che ha un valore di circa 3 dollari statunitensi.

Quello per la Psicologia non è stato naturalmente l'unico Ig Nobel della cerimonia, e sono diversi gli studi estremamente curiosi omaggiati dalla rivista Annals of Improbable Research, responsabile delle assegnazioni. Il premio per la Fisica, ad esempio, è stato vinto da Marc-Antoine Fardin della Scuola Normale Speriore di Lione, che ha cercato di dimostrare la ‘liquidità' del gatto. Sì, avete capito bene. Avete presente quando un gatto entra dentro un contenitore e ne prende la forma? Ecco, si comporta più o meno come un liquido. Da qui il ‘ripensamento' sugli stati della materia e il (meritatissimo) Ig Nobel conquistato. Estremamente curioso anche l'Ig Nobel per l'Economia, conquistato da Matthew J. Rockloff e Nancy Greer: il duo ha dimostrato che tenere in mano un coccodrillo (!) aumenta il desiderio di giocare d'azzardo. Ma solo se non ne avete paura!

L'Ig Nobel per la fluidodinamica è stato invece conquistato da Jiwon Han: lo scienziato sudcoreano ha determinato che il metodo migliore per non far cadere una tazza di caffè dalle mani è camminando all'indietro, tenendola dall'alto con tutte le dita di una mano. Anche i premi in ambito sanitario suscitano curiosità: la ricercatrice Marisa Lopez-Teijon ha conquistato quello per l'ostetricia, dimostrando che i feti apprezzano la musica soprattutto se origina dalla vagina della madre (gli scienziati hanno elaborato un dispositivo ad hoc). Neuroscienziati francesi sono stati premiati con quello per la Medicina per aver elaborato la complessa base neurale legata al disgusto per il formaggio.

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