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I fisici sono a caccia dei viaggiatori del tempo

E li hanno cercati attraverso Facebook e Twitter.
A cura di Nadia Vitali
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Pare che tutto sia iniziato la scorsa estate durante una partita a poker tra amici, ma amici avvezzi a discussioni assai più elevate di quelle che di consueto avvengono davanti alle carte, tra un bicchierino e una sigaretta. L'astrofisico Robert Nemiroff e i suoi studenti, infatti, erano intenti a chiacchierare a proposito di Facebook quando un interrogativo è sorto tra i colleghi: se tra di noi ci fossero dei viaggiatori del tempo, ricorrerebbero ai social media? Li si potrebbe trovare addirittura attraverso Google? Ed è nato così, un po’ per gioco, lo studio fantascientifico dei ricercatori della Michigan Technological University.

«Cercare su Internet le testimonianze dei viaggiatori dello Spazio»: così si intitola il paper che ha reso noti i risultati della ricerca, nel quale i due scienziati a capo del team, il professor Nemiroff e Teresa Wilson, si soffermano sui metodi applicati per setacciare il più possibile la rete, tentando di scovare in essa le tracce di qualche misteriosa figura proveniente dal futuro ed opportunamente nascosta nelle maglie del presente. Nermiroff e i suoi hanno sviluppato una strategia basandosi su un assunto molto semplice, quello della "conoscenza profetica": qualunque cosa stia per accadere nel nostro immediato domani dovrebbe già essere necessariamente nota a qualcuno che viene dal futuro. Se solo fossero riusciti a trovare sul web la menzione di un avvenimento registrata in un momento precedente a quello in cui l'informazione dell'evento ha raggiunto tutta l'umanità, questo avrebbe indicato senza ombra di dubbio che chiunque avesse scritto sarebbe stato un viaggiatore del tempo.

E così sono stati selezionati i “luoghi” in cui cercare (Google, Bing, Facebook e Twitter) e delle parole chiave come traccia da seguire: Papa Francesco e Cometa ISON. Scelte non a caso: Jorge Mario Bergoglio, infatti, è stato il primo uomo a salire al soglio pontificio, nel marzo del 2013, scegliendo il nome del poverello di Assisi, mentre la cometa che tutti si aspettavano di vedere a Natale, ma che invece si è disintegrata al suo passaggio ravvicinato con il Sole, era stata scoperta e battezzata soltanto nel settembre del 2012. Insomma, chiunque avesse digitato i due nomi prima di queste due date avrebbe avuto accesso ad una conoscenza di tipo superiore, frutto inevitabile di un viaggio nel tempo. Purtroppo, però, la caccia non ha portato frutti soddisfacenti. I ricercatori hanno anche fatto ricorso ad un vero e proprio appello creando due hashtag ("#ICanChangeThePast2" oppure "#ICannotChangeThePast2") lanciati nel settembre del 2013 e chiedendo ai lettori di rispondere via tweet o via mail entro la fine di agosto 2013: anche in questo caso, nessuna risposta è pervenuta.

Ciononostante, vista l'attuale diffusione di Internet, i suoi numerosi portali nel globo e i suoi numerosi usi nell'ambito della comunicazione, questa ricerca può essere considerata la più sensibile e comprensiva mai sviluppata prima d'ora sui viaggiatori del tempo provenienti dal futuro.

I ricercatori hanno inoltre spiegato come questo non possa in alcun modo costituire la prova definitiva dell'assenza di persone provenienti dal futuro tra di noi: essi tengono infatti a mente sia l'ipotesi di una impossibilità fisica per i viaggiatori di lasciare prova dei tempi in cui si trovano a muoversi, sia quella di una impossibilità per noi di trovarne tracce secondo, magari, una legge della fisica che ci è ancora sconosciuta. O, magari, la ricerca per chiavi andrà migliorata e, perché no?, i viaggiatori del tempo potrebbero tenerci a non essere scovati.

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