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Covid 19

I farmaci antimalarici non sono efficaci contro il coronavirus? Lo suggerisce una ricerca

Un team di ricerca francese del Dipartimento di Malattie Infettive presso il Saint Louis Hospital di Parigi ha determinato che la combinazione tra il farmaco antimalarico idrossiclorochina e l’antibiotico azitromicina potrebbe non essere efficace contro il coronavirus. In uno studio condotto con 11 pazienti non è stata infatti rilevata una riduzione della carica virale. Ma è ancora troppo presto per trarre conclusioni, secondo gli autori dell’indagine.
A cura di Andrea Centini
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I farmaci contro la malaria clorochina e idrossiclorochina potrebbero non essere efficaci nel contrasto alla COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2. A suggerirlo uno studio pilota francese condotto su soli 11 pazienti, 8 dei quali sono risultati ancora positivi ai tamponi rino-faringei dopo 5-6 giorni di trattamento. I risultati sono in contrasto con quelli di un altro studio transalpino, che aveva fatto emergere un impatto positivo sui pazienti della combinazione tra idrossiclorochina e antibiotico azitromicina. Questo mix è considerato talmente promettente da aver spinto persino il presidente americano Donald Trump a sottolinearne e potenzialità in un “cinguettio” su Twitter.

L'idrossiclorochina, prodotta e venduta col nome commerciale di Plaquenil dalla casa farmaceutica francese SANOFI, viene utilizzata da decenni contro la malaria come la molecola da cui deriva (la clorochina), presentando tuttavia una minore tossicità. È utilizzata con successo anche contro patologie autoimmuni e infiammatorie alla stregua dell'artrite reumatoide, del lupus eritematoso sistemico e della porfiria cutanea tarda. Pertanto si è pensato che la sua azione potesse essere efficace anche contro le complicazioni della COVID-19. In uno studio su 80 pazienti guidato dai professori Philippe Gautret e Didier Raoult dell'istituto IHU-Méditerranée Infection di Marseille, era stato evidenziato come la combinazione di azitromicina e idrossiclorochina avesse determinato una notevole riduzione della carica virale. L'83 percento dei partecipanti è risultato negativo a 7 giorni dal trattamento, mentre il 93 percento a 8 giorni.

“Sebbene alcuni dei loro risultati sembrino incoraggianti – ha scritto su The Conversation la professoressa Katherine Seley-Radtke della International Society for Antiviral Research e dell'Università del Maryland – va anche notato che la maggior parte dei loro pazienti presentava solo sintomi lievi”. “Inoltre – ha aggiunto l'esperta – l'85% dei pazienti non aveva nemmeno la febbre, uno dei principali sintomi rivelatori del virus, suggerendo quindi che questi pazienti avrebbero probabilmente eliminato il virus naturalmente senza alcun intervento”. Ora i risultati del nuovo studio francese pubblicato su Médecine et Maladies Infectieuses e coordinato dal professor Jean-Michel Molina del Dipartimento di Malattie Infettive presso il Saint Louis Hospital di Parigi, sembrano suffragare l'ipotesi dell'inefficacia della combinazione di farmaci.

Gli 11 pazienti coinvolti, 7 uomini e 4 donne, sono stati trattati con le stesse identiche dosi di quelli di Marsiglia, ovvero 600 mg al giorno per 10 giorni di idrossiclorochina e 500 mg nel primo giorno e 250 mg tra i giorni 2 e 5 di azitromicina. A 5-6 giorni di distanza dall'avvio della terapia, in 8 su 10 fra quelli risultati positivi i tamponi nasofaringei non hanno rilevato cali nella carica virale. Uno dei pazienti è deceduto, due sono stati trasferiti in terapia intensiva e un altro ha avuto complicazioni così gravi che è stato rimosso dall'indagine. 10 su 11 dei pazienti coinvolti, inoltre, avevano febbre e presentavano una malattia allo stadio più avanzato. Anche uno studio pilota cinese condotto da scienziati dello Shanghai Public Health Clinical Center presso l'Università di Fudan non ha rilevato benefici nei pazienti trattati con idrossiclorochina.

Questi risultati indicano dunque che i farmaci antimalarici non funzionano contro la COVID-19? È ancora troppo presto per affermarlo, e come sottolineato dallo stesso professor Molina, “studi clinici randomizzati in corso con idrossiclorochina dovrebbero fornire una risposta definitiva sulla presunta efficacia di questa combinazione e ne valuteranno la sicurezza”. In precedenza un altro studio aveva determinato la potenziale inefficacia dei farmaci anti HIV lopinavir e ritonavir, anch'essi considerati tra i più promettenti nella lotta al coronavirus.

Ricordiamo che, benché al momento vi siano diversi farmaci in sperimentazione clinica contro l'infezione da SARS-CoV-2, ad oggi non c'è ancora una cura contro la COVID-19, come sottolineato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal il Ministero della Salute. “Nessun medicinale ha ancora dimostrato l' efficacia nel trattamento della COVID-19”, ha specificato l'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). I risultati positivi ottenuti su singoli pazienti attraverso la somministrazione compassionevole dei farmaci, infatti, non sono sufficienti per confermare la validità di un trattamento, che può essere verificata solo attraverso studi clinici approfonditi.

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