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I cani sanno che forma hanno gli oggetti che cercano

I cani si creano una rappresentazione mentale dell’oggetto che devono cercare: così lo hanno scoperto i ricercatori.
A cura di Zeina Ayache
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I cani riescono a capire la forma dell'oggetto che stanno cercando e riescono a distinguerla tra altre. Quello che molte persone che vivono con i cani già avevano capito, adesso è confermato dai ricercatori del Max Planck Institute for the Science of Human History che hanno testato le reazioni di un gruppo di cani di fronte ad alcuni ‘ostacoli' durante la ricerca olfattiva: ecco come hanno scoperto che il migliore amico dell'uomo sa dare una forma all'oggetto che cerca.

Olfatto e vista. I cani hanno un olfatto particolarmente sviluppato che gli permette, tra le altre cose, di comprendere, ad esempio, quali cani siano passati lungo il cammino che stanno percorrendo. I cani tendenzialmente preferiscono utilizzare l'olfatto alla vista quando cercano qualcosa o qualcuno perché per loro è il senso più adatto allo scopo. Ma ‘vedono' mentalmente l'oggetto?

Rappresentazione mentale. Secondo i ricercatori i cani creano una ‘rappresentazione mentale' del target che stanno cercando quando seguono la traccia olfattiva: in pratica loro si aspettano già cosa troveranno alla fine della pista. Quindi utilizzano il naso per trovare l'oggetto, ma fanno un check con la vista per assicurarsi che quello raggiunto sia quello giusto.

I test. Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno testato 48 cani, 25 da lavoro che quindi per le forze dell'ordine si occupano già di ricerca e 23 di proprietà, quindi cani ‘di casa' non addestrati a scopi particolari. I cani sono così stati sottoposti inizialmente ad un test preliminare, in cui sono stati identificati i giochi che ogni cane avrebbe recuperato. Successivamente ai cani è stato chiesto di cercare i giochi. Ad alcuni è stata tracciata la pista con l'oggetto prescelto che è stato poi lasciato alla fine del percorso (condizione normale), ad altri invece è stata sì tracciata la pista con l'oggetto prescelto, ma alla fine del percorso è stato lasciato un altro giocattolo (condizione sorpresa). La metà dei cani, al primo turno, è stata sottoposta alla condizione normale, mentre l'altra a condizione sorpresa.

I risultati. Dai dati raccolti è emerso che quando i cani si trovavano di fronte all'oggetto ‘sorpresa' esitavano a prenderlo: pur avendolo visto, continuavano a cercare la traccia dell'oggetto corretto. Insomma, i cani capivano che quel gioco non corrispondeva a quello che stavano cercando.

Breve effetto sorpresa. Interessante è anche che l'effetto sorpresa per i cani scompariva la seconda volta che si ritrovavano davanti l'oggetto sbagliato. Come mai? Il motivo secondo i ricercatori è dato o dal fatto che comunque i cani sono stati premiati ogni volta alla fine delle sessioni di test o dalla presenza di precedenti odori di piste nella stanza. In ogni caso, per quanto il test abbia qualche difetto di organizzazione, secondo i ricercatori è utile a farci capire che i cani hanno una rappresentazione mentale dell'oggetto che cercano.

Cani da lavoro e non. I test non hanno dimostrato particolari differenze tra cani da lavori e non, se non nel primo round di test.

Lo studio. La ricerca, intitolata “Odor representation and search behavior in domestic dogs (Canis familiaris) of different education”, è stata pubblicata sul Journal of Comparative Psychology.

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