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Hypatia, il sasso spaziale con una composizione che mette in crisi gli scienziati: “è unica”

Recuperata in un deserto egiziano, la pietra extraterrestre Hypatia ha una composizione chimica diversa da qualunque altro oggetto conosciuto del Sistema solare. La sua origine e formazione sono un vero e proprio mistero per gli scienziati.
A cura di Andrea Centini
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Un piccolo ‘sasso spaziale' chiamato Hypatia e trovato in Egitto presenta una composizione mineralogica unica, non paragonabile a quella di qualunque meteorite, pianeta, cometa o altro oggetto celeste conosciuto del Sistema solare. È così peculiare che probabilmente ha un'origine pre-solare, cioè si è formata prima della nascita del nostro sistema, e le sue caratteristiche potrebbero rivelare nuove informazioni proprio sulla formazione della Terra e del Sistema solare.

Raccolta nel deserto Lybian Desert Glass (LDG), nella porzione sita nell'Egitto occidentale, la pietra Hypatia – così chiamata in omaggio all'astronoma, filosofa e matematica Ipazia d'Alessandria – fu definita come extraterrestre nel 2013, e dalle analisi condotte nel 2015 ne emersero le prime proprietà peculiari. Con l'ultima indagine coordinata da studiosi dell'Università di Johannesburg (Sud Africa) è stata fatta piena luce sulla sua composizione insolita, che l'autore principale della ricerca, il professor Jan Kramers, ha paragonato a una “torta alla frutta caduta per terra su un po' di farina e rimasta schiacciata”.

La metafora bizzarra è legata ai molteplici ingredienti presenti sia nel dolce che in Hypatia. Innanzitutto, nella pietra c'è un rapporto tra carbonio e silicio che non corrisponde a quello delle condriti (i meteoriti più comuni), o a quello della Terra se potessimo macinarla con un gigantesco pestello. Nel misterioso sasso spaziale c'è tantissimo carbonio e poco silicio, mentre nei meteoriti si trova pochissimo carbonio e una notevole quantità di silicio. Oltre a questi elementi di base, in Hypatia sono presenti idrocarburi poliaromatici (PAH) tipici della polvere interstellare. Quando Hypatia colpì l'atmosfera terrestre, questi composti si fusero in minuscoli diamanti, che hanno permesso al sasso spaziale (che in origine doveva essere di alcuni metri) di resistere sino ad oggi.

Tra gli elementi più interessanti presenti in Hypatia vi è l'alluminio puro, che è rarissimo sulla Terra e non solo, dato che forma composti con altri elementi anche nel resto del Sistema solare. Oltre ad esso sono stati individuati grani di fosforo di iodio d'argento e soprattutto moissanite (carburo di silicio) in una forma inaspettata, con un composto di nichel, fosforo e ferro mai vista prima. Tutto ciò, in associazione alla scarsa presenza di silicio, suggerisce che Hypatia abbia una datazione pre-solare, un dettaglio che mette in crisi gli scienziati, considerando che la nube interstellare da cui è originato il nostro Sistema si ritiene avesse una composizione omogenea, mentre la piccola pietra ha ‘ingredienti' esclusivi.

Una delle domande cui trovare risposta è da dove viene Hypatia. Gli scienziati sono certi che sia originata in un luogo freddo, sicuramente più lontano della fredda fascia di Kuiper e probabilmente della fredda Nube di Oort, da dove provengono alcune comete. I dettagli dell'affascinante ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Geochimica et Cosmochimica Acta.

[Credit: Dr Mario di Martino, INAF Osservatorio Astrofisico di Torino]

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