Happy Feet Junior è morto
Non ce l'hanno fatta i veterinari dello zoo di Wellington a salvare Happy Feet Junior dal suo triste destino: il pinguino reale, proveniente probabilmente da una colonia dell'isola di Macquarie, era stato rinvenuto domenica sulla spiaggia di Tora, sulla costa della Nuova Zelanda. Era affaticato, disidratato ed affamato; aveva nuotato probabilmente per 2000 chilometri, compiendo un lungo viaggio che lo aveva portato dalla sua casa nell'Antartico fino alla baia neozelandese.
Secondo Lisa Argilla, il veterinario che si è occupata di seguire e monitorare le operazioni di salvataggio per il povero uccello, il pinguino sarebbe stato in balia delle correnti e dei flutti per circa dodici mesi, dopo esser stato sospinto in mare aperto ed aver perso del tutto l'orientamento naturale. Fenomeni del genere sono piuttosto rari e, per tale ragione, generalmente caratterizzati da una grande attenzione; basti considerare che, dal 1880 ad oggi, Happy Feet Junior è stato il quarto pinguino a giungere in Nuova Zelanda di cui si ha avuto notizia. Al momento del suo avvistamento versava in condizioni critiche, aggravate da un collasso ai reni e da un peso inferiore di circa tre chili rispetto alla norma che, evidentemente, non gli hanno lasciato scampo.
Tante speranze erano riposte nella sua guarigione e in molti seguivano la sua sorte con grande interesse: tant'è che il pinguino reale aveva già ricevuto un soprannome, Happy Feet Junior, in ricordo di Happy Feet, anch'egli ritrovato spiaggiato sulle coste neozelandesi nel giugno del 2011. In quel caso, le cure del personale veterinario riuscirono a garantire la sopravvivenza all'uccello; era stato operato diverse volte, a causa della necessità di rimuovere dal suo stomaco residui di plastica e spazzatura, inavvertitamente ingoiati assieme a tre chili di sabbia che probabilmente aveva creduto fosse ghiaccio. Tornato in mare aperto e diretto verso la patria munito di un dispositivo che doveva segnalarne la posizione, scomparve poco tempo dopo, probabilmente attaccato da un predatore in mare aperto. Per il suo conspecifico Junior, invece, il viaggio purtroppo non è neanche iniziato.